CARACAS - Il procuratore venezuelano Tarek William Saab ha accusato la ExxonMobil (NYSE:XOM) di essere coinvolta in uno schema per finanziare le attività dell'opposizione contro la posizione del Venezuela sul territorio di Essequibo. Le accuse arrivano a seguito del referendum del 3 dicembre sulla zona contesa.
Saab ha dichiarato che il gigante petrolifero ha utilizzato la criptovaluta USDT e intermediari per convogliare fondi a cospiratori che si opponevano alla posizione del governo venezuelano sull'Essequibo. Di conseguenza, sono stati emessi quattordici mandati di arresto per diverse persone, tra cui leader dell'opposizione ed ex alleati del defunto presidente Hugo Chavez.
Il controverso referendum ha visto oltre 10 milioni di venezuelani esprimere il proprio voto. Secondo Saab, l'operazione di finanziamento dell'opposizione coinvolgeva individui legati a personalità politiche degli Stati Uniti e di El Salvador.
In risposta a queste accuse, l'amministratore delegato della ExxonMobil Darren Woods ha negato qualsiasi coinvolgimento in tali attività. In una recente intervista, Woods ha sottolineato che l'azienda si concentra sull'assistenza alla Guyana per lo sviluppo delle risorse piuttosto che su complotti politici.
Questo scandalo ricorda un precedente incidente di quest'anno, quando funzionari di Sunacrip, l'ente regolatore delle criptovalute venezuelane, sono stati arrestati per corruzione in relazione a transazioni di criptovalute legate alla vendita di petrolio.
Le implicazioni di queste accuse potrebbero essere significative per le operazioni e le relazioni della ExxonMobil nella regione, soprattutto alla luce delle continue tensioni geopolitiche che circondano il territorio dell'Essequibo.
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