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Nel crollo delle criptomonete il Kazakistan c'entra poco

Pubblicato 11.01.2022, 09:54
Aggiornato 11.01.2022, 11:23
© Reuters.
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Di Alessandro Albano 

Investing.com - Bitcoin e le altre criptovalute non stanno attraversando un buon inizio 2022. Appesantito principalmente dal nuovo regime monetario, il market cap totale di Bitcoin si attesta ormai a 774 miliardi di euro, con un dominio totale del mercato del 39,3%, vicino al 33% del gennaio 2018, periodo del 'grande crollo' delle monete digitali. 

Con un rafforzamento della pressione ribassista, l’indice Crypto Fear & Greed è sceso fino al livello di 15, con la più grande criptovaluta per capitalizzazione di mercato in bilico al di sopra del supporto di 41.000 euro. 

I grafici giornalieri, spiega Orlando Merone, Country Manager di Bitpanda in Italia, mostrano come il Bitcoin sia stato scambiato "all’interno del modello a cuneo discendente, considerato un segno di movimento rialzista a partire dal 21 dicembre. Bitcoin, inoltre, non è riuscito a superare il pattern al ribasso". 

Secondo Merone, tra i macro fattori che hanno contribuito a questo scenario figurano "il tapering della FED e la lotta all’inflazione, risultata più alta del previsto". Ma le autorità del Kazakistan, che hanno dichiarato lo stato di emergenza a livello nazionale, "hanno chiuso l’accesso a internet costringendo molti minatori di Bitcoin a restare offline".

"Il Kazakistan, infatti, è il secondo paese al mondo per tasso di hash mining di Bitcoin: durante l’interruzione della rete, l’hash rate è sceso da un massimo di 194 EH/s - raggiunto il 4 gennaio - ad un minimo di 168 EH/s. Anche le altcoin sono scese, seguendo il trend del BTC", spiega il manager di Bitpanda.

E' una questione di offerta

Tuttavia, da Morgan Stanley (NYSE:MS) arriva un'altra spiegazione. La Fed e le altre banche centrali hanno in programma di ridurre l'offerta di moneta fiat, e le criptovalute tendono a "negoziare come asset a rischio di momentum e sono state correlate positivamente con i mercati azionari a seguito degli stimoli monetari".

E ora che le altre banche centrali cercano di rallentare l'espansione del proprio bilancio e preparano i mercati a rialzi dei tassi di interesse, i mercati cripto si stanno indebolendo. Inoltre, secondo gli esperti di MS "il sentiment degli investitori al dettaglio sui social media sta diventando meno universalmente rialzista dalla fine dello scorso anno aggiungendosi al sentimento ribassista".

Per gli analisti della banca Usa, insomma, è la riduzione dell'offerta di moneta 'tradizionale' a pesare sugli asset digitali. "Dalla fine del 2013, le tendenze nella crescita della capitalizzazione di mercato di bitcoin hanno generalmente seguito la crescita dell'offerta di moneta globale (M2). La variazione annuale dell'offerta di moneta ha raggiunto il picco nel febbraio 2021 e il Bitcoin ha raggiunto il picco dopo metà marzo, non è stata una coincidenza".

Correlazione con le azioni, non con l'oro

A lungo termine, aggiungono dalla banca statunitense, l'utilizzo della criptovaluta come veicolo di pagamento/scambio dovrebbe supportare la valutazione delle monete digitali. Tuttavia, fino ad ora il mercato ha scambiato la maggior parte delle criptovalute come asset rischiosi speculativi, come dimostrato dall'alta correlazione tra Bitcoin e mercati azionari. 

"Troviamo interessante che la correlazione del bitcoin con l'oro sia stata vicina allo zero di recente, visto che la narrativa del mercato nel 2020 era che il bitcoin può agire come l'oro digitale", sottolineano da Morgan Stanley. Tra agosto 2020 e marzo 2021, i prezzi dell'oro sono diminuiti con l'aumento dei prezzi di Bitcoin, indicando "un cambiamento globale nelle correlazioni di mercato e una rotazione degli investitori dall'oro al bitcoin".

Oggi, invece, quel rapporto inverso si è attenuato, "supportando la nostra opinione secondo cui gli investitori in criptovalute dovrebbero prestare maggiore attenzione alle azioni piuttosto che ai prezzi dell'oro". 

Ci sarà un nuovo rialzo delle cripto? Da MS evidenziano come Bitcoin, Ethereum e molte altre criptovalute appaiano "ipervendute su indicatori tecnici come l'Indice di Forza Relativa a 14 giorni", anche se questo è una misura a breve termine che indica la stabilizzazione dei prezzi.

"La misura tecnica non dice molto sui fondamenti delle macro o delle criptovalute", avvertono gli esperti della banca Usa. "L'ecosistema delle aziende e i servizi relativi alla criptovaluta sono cresciuti rapidamente nell'ultimo anno, quindi qualsiasi aumento della domanda di criptovalute come veicolo di pagamento potrebbe aggiungersi alla domanda istituzionale".

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