Investing.com - I futures del petrolio greggio sono al massimo di due settimane nella mattinata europea di questo mercoledì, in seguito ai progressi nei negoziati tra il Presidente Barack Obama ed i
Repubblicani per raggiungere un accordo ed evitare l’incombente precipizio fiscale.
I traders del petrolio attendono nel corso della giornata il rilascio dei dati dell’EIA statunitense sulle scorte di greggio e prodotti raffinati.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 88,39 dollari al barile nella mattinata europea, pressoché invariati sulla giornata.
I futures delle borsa di New York sono rimasti nel range stretto tra 88,25 dollari al barile, il minimo giornaliero, ed il massimo della seduta di 88,50 dollari al barile. I futures del greggio erano saòiti a 88,63 ieri, il massimo dal 5 dicembre.
Il sentimento dei mercati resta sostenuto dalle speranze verso il raggiungimento di un accorso per evitare il precipizio fiscale statunitense, prima della scadenza del 1° gennaio.
Le trattative per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica -che gli investitori temono possano far deragliare la ripresa USA- si sono intensificate negli ultimi giorni, facendo salire le speranze che i politici USA raggiungeranno un accordo per la fine dell’anno.
Il Presidente Barack Obama ed il Portavoce della John Boehner si sono mostrati disposti a trovare un compromesso sul livello del reddito annuo che sarà soggetto alla tassazione più elevata; l’intesa ha alimentato la fiducia verso il raggiungimento di un accorso prima della fine dell’anno.
Il Presidente Barack Obama ha recentemente dichiarato che qualsiasi soluzione dovrà includere dei tagli alla spesa pubblica ed un aumento delle tasse, tra cui un aumento delle tasse per i redditi più alti.
I leader Repubblicani affermano di accettare tasse più alte per i redditi più alti ma di voler chiudere eventuali scappatoie o agevolazioni fiscali piuttosto che alzare le imposte.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,28, il minimo dal 19 ottobre.
I futures del greggio in dollari tendono a salite quando il dollaro scende, poiché questo lo rende più economico per i titolari di altre valute.
I traders del petrolio attendono i dati del governo USA per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale di petrolio.
Si prevede che il report mostri un calo di 1,12 milioni di barili la scorsa settimana. Per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di 1,84 milioni di barili.
Dopo la chiusura di martedì, l’American Petroleum Institute ha pubblicato il suo rapporto sulle scorte che mostra un calo di 4,1 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per la benzina le riserve sono aumentate di 4,18 milioni di barili.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a febbraio sono saliti dello 0,05%, scambiati a 108,91 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,52 dollari al barile.
Repubblicani per raggiungere un accordo ed evitare l’incombente precipizio fiscale.
I traders del petrolio attendono nel corso della giornata il rilascio dei dati dell’EIA statunitense sulle scorte di greggio e prodotti raffinati.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a febbraio sono stati scambiati a 88,39 dollari al barile nella mattinata europea, pressoché invariati sulla giornata.
I futures delle borsa di New York sono rimasti nel range stretto tra 88,25 dollari al barile, il minimo giornaliero, ed il massimo della seduta di 88,50 dollari al barile. I futures del greggio erano saòiti a 88,63 ieri, il massimo dal 5 dicembre.
Il sentimento dei mercati resta sostenuto dalle speranze verso il raggiungimento di un accorso per evitare il precipizio fiscale statunitense, prima della scadenza del 1° gennaio.
Le trattative per evitare l’aumento automatico delle tasse e dei tagli alla spesa pubblica -che gli investitori temono possano far deragliare la ripresa USA- si sono intensificate negli ultimi giorni, facendo salire le speranze che i politici USA raggiungeranno un accordo per la fine dell’anno.
Il Presidente Barack Obama ed il Portavoce della John Boehner si sono mostrati disposti a trovare un compromesso sul livello del reddito annuo che sarà soggetto alla tassazione più elevata; l’intesa ha alimentato la fiducia verso il raggiungimento di un accorso prima della fine dell’anno.
Il Presidente Barack Obama ha recentemente dichiarato che qualsiasi soluzione dovrà includere dei tagli alla spesa pubblica ed un aumento delle tasse, tra cui un aumento delle tasse per i redditi più alti.
I leader Repubblicani affermano di accettare tasse più alte per i redditi più alti ma di voler chiudere eventuali scappatoie o agevolazioni fiscali piuttosto che alzare le imposte.
L’indice del dollaro, che replica la performance del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, è sceso dello 0,1% a 79,28, il minimo dal 19 ottobre.
I futures del greggio in dollari tendono a salite quando il dollaro scende, poiché questo lo rende più economico per i titolari di altre valute.
I traders del petrolio attendono i dati del governo USA per valutare la forza della domanda del principale consumatore mondiale di petrolio.
Si prevede che il report mostri un calo di 1,12 milioni di barili la scorsa settimana. Per le scorte di benzina è stato previsto un aumento di 1,84 milioni di barili.
Dopo la chiusura di martedì, l’American Petroleum Institute ha pubblicato il suo rapporto sulle scorte che mostra un calo di 4,1 milioni di barili la scorsa settimana, mentre per la benzina le riserve sono aumentate di 4,18 milioni di barili.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a febbraio sono saliti dello 0,05%, scambiati a 108,91 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,52 dollari al barile.