di Massimiliano Di Giorgio
ROMA (Reuters) - Il sindaco di Roma Ignazio Marino, che il 12 ottobre aveva formalizzato le dimissioni sull'onda della vicenda di presunte spese private rimborsate dal Comune, le ha oggi ritirate entro il termine di legge che scadeva lunedì prossimo 2 novembre.
Dopo l'annuncio, con una stringata nota dell'ufficio stampa del Campidoglio, Marino ha detto davanti alle telecamere di volere un confronto pubblico con la maggioranza in consiglio comunale, e in particolare col Pd, il suo partito, che conta 19 consiglieri.
"Sono pronto a confrontarmi con la maggioranza. Illustrerò quanto fatto, le cose positive, la visione per il futuro ma quello è il luogo della democrazia. Questa sera parlerò con la presidente [del consiglio comunale Valeria] Baglio e illustrerò, oltre a consegnarle la lettera, la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell'aula Giulio Cesare", ha detto Marino.
Il Pd però avrebbe voluto che il primo cittadino confermasse le dimissioni, per andare al commissariamento della Capitale e poi al voto nella primavera del 2016.
Fonti del partito dicono che i consiglieri comunali democratici sarebbero infatti pronti a dare le dimissioni, dopo che Marino ha ritirato le proprie, portando così ugualmente allo scioglimento del consiglio, al suo commissariamento e alle successive elezioni.
Per sciogliere il Comune occorrono comunque le dimissioni di almeno 25 consiglieri.
Sel, che era in maggioranza fino al luglio scorso, ha chiesto che Marino vada in Consiglio comunale e ai consiglieri Pd di non dimettersi prima del dibattito.
Quella del sindaco non è una mossa a sorpresa. Nei giorni scorsi Marino aveva già ipotizzato un ripensamento, dopo essere stato ascoltato in Procura dai magistrati titolari del fascicolo sul cosidetto "scandalo degli scontrini", in cui peraltro il sindaco non risulta indagato.
Contro le dimissioni è stata lanciata una petizione firmata online da circa 50.000 persone, e domenica scorsa centinaia di persone sono salite al Campidoglio per esprimere sostegno a Marino.
Ora il sindaco potrebbe provare a ricostituire la maggioranza, riaprendo anche a Sel, soluzione molto difficile però vista la posizione del Pd. Ma potrebbe anche decidere di dare nuovamente (e definitivamente) le dimissioni dopo il 5 novembre, quando inizierà il processo "Mafia Capitale", contro cui il Campidoglio è parte civile, prima che cominci una lunga campagna elettorale per la Capitale.
Sembra piuttosto di assistere a una guerra tattica tra Marino e il Pd per posizionarsi meglio al via della campagna elettorale.