Di Geoffrey Smith
Investing.com - L’impatto dell’inflazione sull’economia europea si fa sempre più evidente, con i nuovi dati di questo mercoledì a rivelare che sta colpendo di tutto, dalle spese dei consumatori, alla manifattura, ai prezzi delle case.
L’attività manifatturiera in Europa è stata la più lenta dall’inizio dello scorso anno a maggio, secondo i dati pubblicati da S&P Global, mentre altri report hanno rivelato che le vendite al dettaglio tedesche sono scese nettamente in termini reali ed i prezzi delle case nel Regno Unito continuano a salire ad un ritmo insostenibile.
L’indice dei direttori acquisti S&P sia per la zona euro che per il Regno Unito è sceso a 54,6, tra problemi di approvvigionamento, carenza di manodopera qualificata ed impennata dei prezzi degli energetici. Per la zona euro, la lettura è stata la più bassa dalla fine del 2020, mentre per il Regno Unito si è trattato del minimo dal febbraio 2021. Per la zona euro, almeno, il dato finale è risultato lievemente migliore della lettura di 54,4 inizialmente riportata.
“I produttori della zona euro continuano a faticare tra i problemi della carenza di forniture, delle elevate pressioni inflazionarie e dell’indebolimento della domanda, alla luce della crescente incertezza per le prospettive economiche”, afferma l’economista di S&P Chris Wiliamson.
S&P rende noto che gli ordini manifatturieri nella zona euro sono scesi per la prima volta in due anni, con la fiducia delle imprese smorzata dalle “pesanti pressioni dei costi” in tutti i settori dell’economia. La produzione, intanto, si è ripresa solo marginalmente dal minimo di 23 mesi di aprile.
La Germania ha dichiarato che le vendite al dettaglio sono scese del 5,4% sul mese e dello 0,4% sull’anno. L’inflazione è accelerata ancora da marzo, attestandosi al 7,9% a maggio, il massimo in oltre 50 anni. L’inflazione nella zona euro, intanto, è arrivata all’8,1%.
Solo la scorsa settimana, la Banca Centrale Europea si era impegnata a mantenere i tassi di interesse negativi fino a settembre. Da quando l’Eurostat ha pubblicato i dati sull’indice IPC di maggio, però, due membri del consiglio direttivo della BCE, Robert Holzmann e Peter Kazimir, hanno cercato di riaprire il dibattito riguardo ad un aumento da 50 punti base in occasione della riunione di luglio.
Nel Regno Unito, S&P nota che anche gli ostacoli commerciali dovuti alla Brexit hanno contribuito a pesare sull’attività. I nuovi ordini di esportazione sono scesi per l’ottava volta negli ultimi nove mesi, calo che le società sentite da S&P attribuiscono alle difficoltà per la Brexit ed ai ritardi nei trasporti, nonché ai problemi delle spedizioni ed alla perdita di ordinativi legata alla guerra in Ucraina.
Sia la sterlina che l’euro scendono dello 0,1% contro il dollaro in scia ai dati.