Di Ambar Warrick
Investing.com - L’inflazione dei prezzi di fabbrica in Giappone è cresciuta più del previsto nel mese di dicembre, come hanno mostrato i dati rilasciati questo lunedì, raggiungendo il livello più alto degli ultimi 42 anni, mentre i produttori locali continuano a fare i conti con gli alti costi delle importazioni e con l’indebolimento dello yen.
L’indice dei prezzi alla produzione (IPP) è cresciuto ad un tasso annualizzato del 10,2% a dicembre, più delle aspettative di crescita del 9,5% e della lettura del mese scorso del 9,7%, secondo i dati della Banca del Giappone.
Su base mensile, l’IPP è cresciuto dello 0,5% a dicembre, più delle aspettative per un aumento dello 0,3% ma leggermente inferiore alla lettura dello 0,8% del mese scorso. Ma anche la lettura di novembre è stata rivista al rialzo, allo 0,8% dallo 0,6%.
L’indice è tornato ai picchi visti nel 2022, che a loro volta erano i più alti dal 1981. La ripresa dell’inflazione PPI è stata trainata principalmente dalla rinnovata volatilità dei prezzi globali delle materie prime, che sono saliti a dicembre sulle aspettative di una ripresa della domanda in Cina, principale importatore.
Anche la debolezza dello yen ha contribuito all’aumento dei costi delle materie prime per i produttori giapponesi. Sebbene la valuta abbia segnato una forte ripresa a dicembre, è ancora scambiata ben al di sotto dei livelli visti nel 2021. Lo yen è inoltre crollato di quasi il 14% nel 2022.