di Valentina Consiglio e Antonella Cinelli
ROMA (Reuters) - Il balzo registrato dai prezzi al consumo italiani ad aprile, determinato principalmente dall'incremento degli energetici non regolamentati, ha colto di sorpresa gli economisti, che restano però fiduciosi circa la solidità del percorso di disinflazione quest'anno.
Tra gli elementi che sostengono tale ottimismo, il rallentamento dei prezzi alla produzione e delle intenzioni di aumenti dei prezzi segnalate dalle indagini congiunturali.
Ma anche un effetto, squisitamente statistico, derivante dai sostenuti aumenti mensili registrati nel corso del 2022, con l'eccezione proprio di aprile (-0,1%), mese in cui Istat aveva cominciato ad includere nel calcolo dell'indice i bonus energia.
Se il mese scorso questo "effetto base" ha pesato in senso negativo, potrà invece giocare a favore nei prossimi - maggio 2022 aveva segnato un rialzo su mese dello 0,8%, giugno dell'1,2% - rivelandosi particolarmente utile all'inizio dell'autunno anche per contrastare la stagionalità che comporta rischi di rialzo sui prezzi degli energetici.
"A ottobre 2022 si è registrato l'aumento congiunturale più forte dell'anno (+3,4%). Considerato che non ci sono al momento ragioni per attendersi un altro aumento così marcato a ottobre prossimo, ecco che il confronto numerico potrebbe avere un impatto positivo", dice Alessandro Brunetti, responsabile del Servizio prezzi di Istat.
STRADA SEGNATA
Il mese scorso sull'inatteso rialzo dell'indice Nic (+8,3% a perimetro annuo dal +7,6% di marzo) ha pesato la volatilità dei prezzi dei beni energetici non regolamentati.
Diversamente dalle attese, il mercato libero, che ha un peso maggiore ed è molto complicato da tracciare, non solo non ha seguito la riduzione degli energetici regolamentati (-26,4% da -20,3% di marzo) ma ha subìto una accelerazione (+26,7% da +18,9%).
Tutti e sette gli economisti interpellati da Reuters prima della pubblicazione del dato di aprile erano concordi nel ritenere che il tasso di inflazione avrebbe mostrato un rallentamento o al massimo una stabilizzazione rispetto a marzo.
Di "pausa temporanea" nell'aggiustamento al ribasso dell'inflazione parla Loredana Federico, chief Italian economist di UniCredit (BIT:CRDI), che stima un tasso al 2,5-3% nel quarto trimestre dell'anno.
Del resto, nonostante la volatilità che si è evidenziata nel comparto energia ad aprile, "stiamo vedendo su tanti fronti i benefici della discesa degli energetici", dice Federico, che pone l'accento sul rallentamento della crescita dei prezzi dei beni alimentari.
Una buona notizia anche per la componente di fondo (calcolata al netto di alimentari freschi ed energetici), che il mese scorso, misurata sull'indice armonizzato Ipca, si è confermata al 6,8% contro il 7,3% della zona euro.
A far suonare però un campanello d'allarme è Giuseppe Di Taranto, professore emerito di Storia economica alla Luiss, che ragiona sull'aumento congiunturale del 22% della bolletta del gas sul mercato tutelato ad aprile, comunicato da Arera.
"Andiamo verso l'estate e ci accorgeremo poco dell'aumento, ma è il segnale che c'è una forte speculazione sui prodotti energetici", dice Di Taranto.
Con tutte le misure adottate a livello nazionale ed europeo, e il prezzo del gas sceso moltissimo sulla borsa di Amsterdam, "ci si aspettava una riduzione della bolletta ormai strutturale. Il percorso di rientro dell'inflazione non è a rischio, ma potremmo avere qualche sorpresa quando tornerà il freddo".
(Antonella Cinelli, Valentina Consiglio, editing Gavin Jones, Stefano Bernabei)