Investing.com - I futures del petrolio sono in calo nella mattinata statunitense di questo giovedì, mentre gli investitori hanno digerito i dati che hanno mostato un aumento delle richieste di sussidio di disoccupazione negli USA, al massimo da metà luglio; intanto l’attività manifatturiera nella regione di Philadelphia è salita per la prima volta in sei mesi.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono stati scambiati a 91,30 dollari al barile, in calo dell’1,4% durante la mattinata statunitense.
Il contratto di dicembre è sceso dell’1,6% nella seduta, per essere scambiato al minimo giornaliero di 91,13 dollari al barile, il minimo dal 15 ottobre.
In un report la Federal Reserve Bank di Philadelphia ha mostrato che l’indice manifatturiero è migliorato di 7,6 punti, a 5,7 punti ad ottobre, dalla lettura di settembre di meno 1,9.
Gli analisti avevano previsto che l’indice sarebbe migliorato di 2,9 punti, ad una lettura di 1,0 ad ottobre.
Il report giunge dopo i dati del dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana è salito di 46.000 unità, ad un destagionalizzato 388.000 e contro le aspettative di un aumento a 365.000.
Il dato della settimana precedente è stato rivisto al rialzo a 342.000 dal dato precedente di 339.000, il minimo dal febbraio 2008.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Gli investitori attendono il summit UE di due giorni che avrà inizio oggi, sebbene non si prevedono annunci importanti sul Spagna e Grecia.
Nella zona euro la Spagna ha visto il rendimento sui titoli di stato a 10 anni scendere al minimo da aprile, nel corso di un’asta tenutasi oggi.
I mercati attendono dal mese scorso che il governo spagnolo chieda un salvataggio completo.
Il salvataggio permetterebbe alla BCE di acquistare debito spagnolo, facendo scendere così il rendimento dei titoli per il paese iberico. Ma la Spagna si mostra titubante per via delle condizioni.
I prezzi hanno oscillato oggi tra piccolo rialzi e ribassi, anche dopo la notizia che il PIL cinese è salito al passo più lento dal primo trimestre 2009.
I dati ufficiali hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta del 7,4% nei tre mesi ad ottobre, superando le previsioni degli economisti.
La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stato il motore dell’aumento della domanda.
Gli investitori restano concentrati sull’escalation di tensioni tra Siria e Turchia, e sulla possibilità che l’Iran supporto la Siria in questo conflitto.
Le tensioni tra Siria e Turchia sono aumentate dopo un attacco siriano che ha ucciso 5 civili in un villaggio turco vicino al confine.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve del 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a novembre sono scesi dell’1,3%, a 111,75 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,45 dollari al barile.
Il petrolio Brent ha trovato supporto da una combinazione tra i timori sull’interruzione delle forniture dal Medio Oriente ed i timori per un rallentamento della produzione nell’area del Mare del Nord.
Sul New York Mercantile Exchange, i futures del greggio con consegna a dicembre sono stati scambiati a 91,30 dollari al barile, in calo dell’1,4% durante la mattinata statunitense.
Il contratto di dicembre è sceso dell’1,6% nella seduta, per essere scambiato al minimo giornaliero di 91,13 dollari al barile, il minimo dal 15 ottobre.
In un report la Federal Reserve Bank di Philadelphia ha mostrato che l’indice manifatturiero è migliorato di 7,6 punti, a 5,7 punti ad ottobre, dalla lettura di settembre di meno 1,9.
Gli analisti avevano previsto che l’indice sarebbe migliorato di 2,9 punti, ad una lettura di 1,0 ad ottobre.
Il report giunge dopo i dati del dipartimento per il Lavoro USA ha dichiarato che il numero di persone che ha presentato istanza di sussidio di disoccupazione nella settimana è salito di 46.000 unità, ad un destagionalizzato 388.000 e contro le aspettative di un aumento a 365.000.
Il dato della settimana precedente è stato rivisto al rialzo a 342.000 dal dato precedente di 339.000, il minimo dal febbraio 2008.
Gli USA sono il primo consumatore mondiale di petrolio, e rappresentano il 22% della domanda globale.
Gli investitori attendono il summit UE di due giorni che avrà inizio oggi, sebbene non si prevedono annunci importanti sul Spagna e Grecia.
Nella zona euro la Spagna ha visto il rendimento sui titoli di stato a 10 anni scendere al minimo da aprile, nel corso di un’asta tenutasi oggi.
I mercati attendono dal mese scorso che il governo spagnolo chieda un salvataggio completo.
Il salvataggio permetterebbe alla BCE di acquistare debito spagnolo, facendo scendere così il rendimento dei titoli per il paese iberico. Ma la Spagna si mostra titubante per via delle condizioni.
I prezzi hanno oscillato oggi tra piccolo rialzi e ribassi, anche dopo la notizia che il PIL cinese è salito al passo più lento dal primo trimestre 2009.
I dati ufficiali hanno mostrato che l’economia cinese è cresciuta del 7,4% nei tre mesi ad ottobre, superando le previsioni degli economisti.
La nazione asiatica è il secondo consumatore mondiale di petrolio dopo gli USA, ed è stato il motore dell’aumento della domanda.
Gli investitori restano concentrati sull’escalation di tensioni tra Siria e Turchia, e sulla possibilità che l’Iran supporto la Siria in questo conflitto.
Le tensioni tra Siria e Turchia sono aumentate dopo un attacco siriano che ha ucciso 5 civili in un villaggio turco vicino al confine.
I paesi del Medio Oriente e del Nord Africa producono il 36% della produzione mondiale e detengono il 52% delle riserve del 2011.
Sull’ICE Futures Exchange, i futures sul petrolio Brent con consegna a novembre sono scesi dell’1,3%, a 111,75 dollari al barile, con lo spread tra i contratti Brent e quelli del greggio a 20,45 dollari al barile.
Il petrolio Brent ha trovato supporto da una combinazione tra i timori sull’interruzione delle forniture dal Medio Oriente ed i timori per un rallentamento della produzione nell’area del Mare del Nord.