Di Mauro Speranza
Investing.com – Proseguono le previsioni fosche sull'economia italiana in tempi di coronavirus. L'istituto Premeteia, infatti, vede un Pil in Italia in crollo del 6,5% nel 2020, dato che potrebbe essere attutito da un recupero nell'autunno. Inoltre, gli esperti dell'istituto vedono un 2021 caratterizzato da una ripresa economica (+3,3%), trend che proseguirà nel 2022 (+1,2%).
Se l'economia mondiale nel 2020 scenderà a -1,6%, aggiungono dall'istituto, “le politiche monetarie della Banca centrale europea allenteranno le tensioni sui titoli di stato nel breve periodo, ma l'intervento fiscale del governo non potrà che essere limitato nel sostenere la domanda: a fine 2020 il deficit/Pil avrà raggiunto il 6,6% e il debito/Pil il 150%”.
Pertanto, aggiungono da Prometeia, “nel medio periodo l'Italia dovrà convivere con un elevato livello di disavanzo pubblico”, situazione aggravata dalla caratteristica economica italiana di una prevalenza di piccole e medie imprese, che renderanno la penisola “tra gli stati più fragili”.
L'Italia, infatti, “dopo la crisi finanziaria finanziaria del 2008, ha lasciato sul terreno, per non recuperarlo mai del tutto, un pezzo importante della crescita, anche in questa crisi il nostro Paese lascerà indietro una parte rilevante della propria crescita; negli anni a venire, infatti, recupererà solo parzialmente quanto perso nel 2020”.
“Nessun paese potrà uscire da solo dalla crisi”, spiegano questi esperti, per cui “occorre un forte e tempestivo piano a livello europeo per fronteggiare l'emergenza e rilanciare l'attività economica: non solo sotto il profilo finanziario, ma anche della crescita reale”.
La fiducia dei consumatori e delle imprese
Nel frattempo, questa mattina l'Istat ha reso noto i dati sulla fiducia dei consumatori e quella delle imprese nel mese di marzo. L'istituto ha segnalato un crollo di entrambi gli indicatori, causati dall'emergenza coronavirus e dalle misure prese in atto per combatterla.
L'indice del clima di fiducia dei consumatori di marzo è sceso da 110,9 a 101, mentre quello del clima di fiducia delle imprese è passato da 97,8 a 81,7.
"L'emergenza sanitaria e le conseguenti misure di contenimento adottate dal governo per limitare il contagio hanno pesantemente influenzato il clima di fiducia degli operatori economici", ha spiegato l'Istat, aggiungendo che la rilevazione dei dati è stata effettuata tra il 2 e il 13 marzo 2020.
Gli indici, ha proseguito l'istituto di ricerca, "nel mese di marzo raggiungono livelli particolarmente bassi sia per le imprese sia per i consumatori, portandosi sui valori registrati, rispettivamente, a giugno 2013 e gennaio 2015. Per quanto riguarda le imprese, nella manifattura, nei servizi e nel commercio al dettaglio si rileva una forte flessione delle aspettative, mentre i giudizi sulla situazione corrente subiscono un calo contenuto. Per quanto attiene ai consumatori, si evidenzia la caduta del clima economico e futuro che raggiungono il minimo da maggio 2013".
Per quanto riguarda le imprese, le stime dell'Istituto di statistica hanno evidenziato un calo molto ampio della fiducia soprattutto nei servizi (l'indice è sceso da 97,6 a 79,6), nel commercio al dettaglio (da 106,9 a 97,4) e nella manifattura (da 98,8 a 89,5). Invece, nel settore delle costruzioni l'indice di fiducia ha mostrato una flessione decisamente più contenuta da 142,3 a 139.