(Reuters) - E' probabile che l'economia della zona euro sia danneggiata dai dazi imposti dall'amministrazione Usa di Donald Trump all'inizio del prossimo anno, rendendo necessaria una serie di tagli dei tassi da parte della Banca centrale europea.
È quanto emerge da un sondaggio di economisti condotto da Reuters.
I dazi doganali proposti dal presidente eletto avranno un effetto significativo sull'economia della zona euro nei prossimi due o tre anni, secondo l'ampia maggioranza degli economisti interpellati.
Le misure promesse da Trump hanno inoltre aumentato i rischi di reflazione negli Stati Uniti.
"Restano aperta ancora molte questioni, ma per ora i segnali mostrano una crescita più debole, una più probabile disinflazione e una riduzione dei tassi Bce", osserva Greg Fuzesi, economista zona euro presso J.P. Morgan.
"I dazi minacciati sarebbero molto più consistenti questa volta e potrebbero arrivare in qualsiasi momento", aggiunge.
Quasi l'85% degli economisti sentiti tra l'8 e il 14 novembre - 37 su 44 - ipotizza che i dazi trumpiani - un'aliquota universale del 10% sulle importazioni da tutti i Paesi esteri e del 60% sulle importazioni cinesi - vengano applicati all'inizio del prossimo anno.
Circa la stessa percentuale, 34 su 39, ritiene che la misura avrà un impatto significativo sull'economia della zona euro nei prossimi anni.
Dopo la vittoria di Trump la scorsa settimana, il mercato monetario Usa vede un minor numero di tagli dei tassi Fed ma un maggior numero da parte della Bce.
Alcuni consiglieri condividono preoccupazioni simili. Il presidente Bundesbank Joachim Nagel ha recentemente affermato che i dazi, se applicati, potrebbero costare alla Germania l'1% del Pil e "potrebbero persino far scivolare l'economia in negativo"
I mercati vedono circa 150 punti base di tagli della Bce da qui a fine 2025 contro solo 75 punti base di tagli Fed, questo va a detrimento dell'euro, che ha ceduto quasi il 4% rispetto al dollaro dopo le elezioni.
La maggior parte degli economisti nel sondaggio Reuters ha previsto un totale di almeno 125 punti di riduzioni da parte della Bce entro la fine del 2025, leggermente inferiore rispetto ai prezzi di mercato.
Oltre il 90% degli economisti, 69 su 75, prevede che la Bce tagli i tassi sui depositi di altri 25 punti base in dicembre, per la terza riunione consecutiva. Quasi il 70% degli interpellati, ovvero 51 intervistati, scommette su altri due tagli nel prossimo trimestre, che porterebbero il riferimento sui depositi a 2,50%.
Sebbene molti economisti abbiano abbassato le previsioni per il 2025, la media del sondaggio prevede ancora una crescita dell'economia della zona euro pari a 1,2% nel 2025 e 1,4% nel 2026, livelli invariati rispetto al sondaggio condotto il mese scorso.
(Tradotto da Enrico Sciacovelli, editing Alessia Pé)