FRANCOFORTE (Reuters) - L'inflazione della zona euro è calata ulteriormente a luglio e anche la maggior parte degli indicatori di crescita dei prezzi sottostanti è rallentata, in un segnale ampiamente confortante per la Banca centrale europea (Bce), che sta valutando la possibilità di porre fine all'aggressivo ciclo di rialzi dei tassi di interesse.
I prezzi al consumo sono cresciuti del 5,3% questo mese rispetto al 5,5% di giugno, estendendo una tendenza al ribasso iniziata in autunno. Con l'esclusione dell'energia e degli alimenti non processati, i prezzi sono aumentati del 6,6% dopo il 6,8% del mese precedente.
Sebbene questo dato sia ancora lontano dall'obiettivo del 2% fissato dalla Bce, la lettura può corroborare la tesi dei policymaker secondo cui l'inflazione nella zona euro è su un chiaro, anche se modesto, sentiero di discesa e che ci si può permettere di non aumentare i tassi di interesse almeno nella prossima riunione.
La scorsa settimana la Bce ha aumentato i costi di finanziamento per la nona volta consecutiva, ma la presidente Christine Lagarde ha segnalato la possibilità di una pausa a settembre, poiché le pressioni inflazionistiche hanno mostrato timidi segnali di allentamento, mentre sono cresciute le preoccupazioni per una recessione.
Tuttavia, i prezzi dei servizi si sono distinti ancora una volta, accelerando ad un aumento annuale del 5,6% a luglio dal 5,4% di giugno, riflettendo probabilmente la crescita dei salari nominali e un maggiore desiderio di spesa nei viaggi e tempo libero dopo la pandemia da Covid-19.
(Tradotto da Chiara Scarciglia, editing Stefano Bernabei)