Investing.com - Ecco le cinque notizie principali da seguire sui mercati finanziari questo martedì 19 gennaio:
1. La crescita del quarto trimestre cinese scende al 6,8%, il minimo dal 2009
L’economia in Cina è cresciuta del 6,8% nel quarto trimestre rispetto all’anno precedente, il tasso più lento dal primo trimestre del 2009. I dati sono risultati in linea con le aspettative dei mercati ed hanno rivelato un calo dal 6,9% registrato nel trimestre precedente.
Su base annua, il tasso di crescita è risultato pari al 6,9%, il tasso più lento degli ultimi 25 anni ma vicino all’obiettivo di crescita del 7% fissato dal governo.
In un secondo report si legge che la produzione industriale ha visto un aumento al tasso annuo del 5,9% a dicembre, meno del 6,0% previsto e dopo l’aumento del 6,2% del mese precedente.
Anche i dati sugli investimenti fixed asset e le vendite al dettaglio hanno deluso le attese, alimentando le aspettative che Pechino debba adottare nuove misure di stimolo per sostenere la seconda economia mondiale.
2. Impennata dei titoli globali, i dati sul PIL cinese fanno sperare in nuovi stimoli
I titoli azionari cinesi hanno registrato un’impennata questo martedì dopo i dati sulla crescita del quarto trimestre in Cina risultati in linea con le aspettative che fanno sperare in ulteriori misure di stimolo a supporto della seconda economia mondiale.
L’indice Shanghai Composite ha chiuso con un balzo del 3,2% segnando un’impennata per due sedute consecutive per la prima volta quest’anno, con i rialzi che sono aumentati nel pomeriggio.
Il resto della regione asiatica ha chiuso in positivo, con l’indice nipponico Nikkei 225 su dello 0,55%, mentre in Australia l’indice ASX/200 ha chiuso in salita dello 0,9%. Entrambi gli indici si sono avvicinati al territorio ribassista negli ultimi giorni.
Il clima di ottimismo ha contagiato l’Europa, dove il tedesco DAX è schizzato del 2%, l’EURO STOXX 50 balza del 2%, il francese CAC 40 va su del 2,3%, mentre il londinese FTSE 100 subisce un’impennata dell’1,9%.
Negli Stati Uniti, Wall Street punta ad un’apertura in forte rialzo, con i futures Dow che schizzano dell’1,5% o di 240 punti. Ieri i mercati USA sono rimasti chiusi per il Martin Luther King Jr. Day.
3. La stagione degli utili USA entra nel vivo
Bank of America (N:BAC), Morgan Stanley (N:MS), Delta Air Lines (N:DAL), United Health (N:UNH) e Charles Schwab (N:SCHW) pubblicheranno i report sugli utili trimestrali prima della campanella di apertura.
Dopo la chiusura dei mercati sono attesi gli utili di IBM (N:IBM), Netflix (O:NFLX), Advanced Micro Devices (O:AMD) e Cree (O:CREE).
4. Impennata del greggio tra le speranze di uno stimolo in Cina
Il prezzo del greggio balza questo martedì, l’indebolimento della crescita in Cina fa sperare nell’introduzione di nuove misure di stimolo nella seconda economia mondiale. La Cina è il secondo consumatore mondiale di greggio dopo gli Stati Uniti ed è stata il motore del rafforzamento della domanda.
Il greggio Brent schizza di 1,30 dollari, o del 4,55%, a 29,85 dollari alle 10:45 GMT, o alle 5:45 ET. Ieri, i futures del greggio Brent scambiati sulla borsa di Londra sono crollati a 27,67 dollari, un livello che non si registrava dall’ottobre del 2003.
Il greggio USA subisce un’impennata di 59 centesimi, o dell’1,92% a 30,98 dollari dopo essere crollato al minimo giornaliero di 29,35 dollari ieri, il minimo dall’ottobre del 2003.
Il crollo di ieri ha seguito la notizia che l’Iran potrebbe riprendere le esportazioni in seguito alla cancellazione delle sanzioni imposte dall’Occidente. La notizia ha scatenato i timori per un aumento delle scorte che risultano già in esubero, mentre la domanda non fa che diminuire.
5. Il FMI taglia le previsioni sulla crescita globale
Per la terza volta in meno di un anno, il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato le previsioni di crescita globali, per via dell’indebolimento in Cina, del calo del prezzo delle materie prime e dell’aumento dei tassi di interesse statunitensi.
Il FMI prevede una crescita dell’economia globale pari al 3,4% nel 2016 ed al 3,6% nel 2017, rispetto alle stime precedenti del 3,6% e del 3,8%.