MILANO (Reuters) - Attorno all'aumento di capitale da un miliardo di euro di Veneto Banca in vista dell'Ipo si respira un clima di cauta attesa in un quadro di maggiore sostegno da parte dei soci rispetto alla precedente operazione Pop Vicenza.
Lo dicono alcune fonti vicine alla vicenda a due giorni dall'avvio ufficiale del pre-marketing, sottolineando che tuttavia è ancora presto per trarre conclusioni e l'esito non è scontato.
Le fonti ricordano che i soci dell'ex popolare di Montebelluna artefici del ribaltone dello scorso 5 maggio ai vertici della banca sarebbero intenzionati a sottoscrivere l'aumento raggiungendo una quota che potrebbe arrivare al 15% del capitale.
Questo, se le prime indicazioni si concretizzeranno, non basterà a raggiungere la soglia minima per la quotazione, pari al 25% di flottante, e quindi sarà decisiva la risposta degli investitori istituzionali.
Sullo sfondo resta il paracadute del fondo Atlante, strumento da utilizzare in caso di inoptato, come ha sottolineato oggi Gian Maria Gros-Pietro, presidente di Intesa Sanpaolo (MI:ISP) che, con Banca Imi, guida il consorzio di garanzia sull'aumento di capitale che, come chiesto dalla Bce, deve concludersi entro giugno.
Una fonte non esclude tuttavia che l'esito possa essere simile a quello di Pop Vicenza, visto anche che gli investitori qualificati possono trovare sul mercato migliori occasioni di acquisti nel settore bancario.
"Credo che ci vorranno ancora quattro-cinque giorni di premarketing per avere un quadro più chiaro. Per il momento si registrano le dichiarazioni dei grandi soci disposti a pertecipare, ma bisogna vedere se alla fine le intenzioni si realizzano", commenta una fonte.
"Bisogna capire poi se ci sarà il subentro di Atlante e come si muoveranno Ubi (MI:UBI) o Bper", aggiunge la fonte.
"La vicenda di Popolare Vicenza ha bruciato tutti, ma Veneto Banca sembra partire meglio", commenta una seconda fonte vicina alla situazione.
Dopo l'esito dell'offerta da 1,5 miliardi di Pop Vicenza, chiusa lo fine aprile con adesioni sotto l'8%, Borsa Italia non ha disposto la quotazione in borsa e il fondo Atlante, subentrato a Unicredit (MI:CRDI) come garante dell'operazione, ha acquisito una partecipazione nel capitale della banca vicentina pari al 99,33%.
Gros Pietro oggi ha detto di ritenere che "ci siano le condizioni perchè l'aumento vada in porto auspicabilmente con le forze di mercato. Se questo non fosse sufficiente c'è sempre Atlante".
Nelle settimane scorse il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina aveva chiarito che il gruppo non intende avere alcuna azione di Veneto Banca e quindi se l'operazione non si concluderà con successo interverrà il fondo Atlante.
Oltre a Banca Imi, global coordinator dell'offerta, il consorzio è fornato da Citigroup, Credit Suise, Societe Generale e Ubs come co-global coordinatore.
Barclays (LON:BARC), Commerzbank, Natixis, Nomura e Unicredit sono i joint bookrunners.
Indiscrezioni stampa ritornano su un interesse di alcuni istituti, in primo luogo Ubi e Bper o durante o anche prima dell'aumento in vista di una possibile aggregazione. Nessun commento da parte delle banche interessate.
La settimana scorsa l'AD di Ubi Victor Massiah ha ribadito di non avere alcun dossier aperto su Veneto Banca.
(Andrea Mandalà, Valentina Za)