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Guerra dei dazi auto: Ue “pronta a reagire se Trump decide di imporli”

Pubblicato 18.02.2019, 14:48
Aggiornato 18.02.2019, 14:48
© Reuters.  Guerra dei dazi auto: Ue “pronta a reagire se Trump decide di imporli”

A cura di Mauro Speranza

Investing.com - “Nel caso in cui gli Stati Uniti decidessero di erigere dazi contro le importazioni di auto dall'Unione europea, la Ue rispondenderà rapidamente e nella misura adatta”. Con queste parole, il portavoce della Commissione europea, Margaritis Schinas, stamattina ha avvisato gli Stati Uniti circa la possibile reazione europea.

Dello stesso parere anche la Germania, con il portavoce del governo tedesco, Steffen Seibert, il quale ha affermato che nel caso di dazi l’esecutivo “si informerebbe con i partner europei per valutare come reagire con una posizione comune”. La questione, aggiunge Sibert, “è parte dei colloqui con il presidente Usa da quando si è insediato”.

La risposta dal vecchio continente è arrivata dopo che il dipartimento del Commercio Usa ha consegnato il rapporto sull’introduzione dei dazi sulle importazioni di veicoli che era stato richiesto da Donald Trump, il quale avrà 90 giorni per decidere se implementare la misura.

L’analisi prende in esame una situazione in cui i dazi sul settore auto venissero aumentati tra il 20% e il 25% sui veicoli importati, mentre attualmente le auto europee destinate ai clienti americani vengono tassate solo del 2,5%. L’Europa, inoltre, applica un’imposta del 10% sui veicoli prodotti negli Usa.

Nel caso in cui il rapporto dimostrasse che l’import di auto, componenti e materie prime rappresenti una minaccia alla sicurezza nazionale, il governo sarebbe autorizzato ad aumentare le imposte.

Tra i paesi maggiormente danneggiati ci sarebbero in particolare Giappone e Germania, tra i maggiori esportatori verso gli Usa.

Nel dettaglio, nel corso del 2017 Mercedes e BMW hanno esportato negli Stati Uniti il 15% della loro attività, mentre Audi ha venduto il 12% della sua produzione, Volkswagen il 5%.

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Per quanto riguarda Fiat , l’introduzione delle nuove tariffe potrebbe non avere un impatto significativo. “Il gruppo importa negli Stati Uniti principalmente dal Canada e dal Messico”, spiegano gli analisti di Fidentiis, aggiungendo che con questi paesi “è già stato firmato un nuovo accordo sul commercio”.

Secondo Banca Akros, però, Fiat Fca ha “importato circa 130mila veicoli prodotti in Italia nel 2018”, sottolineando che il gruppo potrebbe avere delle ripercussioni. “Nello specifico”, spiegano gli esperti, “il gruppo ha importato circa 100mila Jeep Renegade prodotte in Italia, 20mila Alfa Romeo e circa 10mila Maserati. "Calcoliamo che tali vendite abbiano generato circa 3,3 miliardi di euro in termini di ricavi, il 2,9% del totale, con un ebit adjusted di circa 100 milioni di euro, l'1,4% del totale", concludono.

Nelle borse europee, intanto, la guerra dei dazi sta indebolendo i titoli automobilistici con lo Future EURO STOXX 600 Auto&Parts in flessione dello 0,31%. Renault (PA:RENA) che cede l’1,29%, seguita da Porsche (DE:PSHG_p) (-0,96%), Freni Brembo (MI:BRBI) (-0,78%), Volkswagen (DE:VOWG) (-0,58%), Daimler (DE:DAIGn) (-0,62%), Pirelli (MI:PIRC) (-0,53%). Intorno alla parità Fiat (MI:FCHA) e Ferrari (MI:RACE).

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