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Brexit, fronda conservatrice contro Johnson. Allarme per settore auto

Pubblicato 14.09.2020, 13:04
© Reuters.

Di Mauro Speranza

Investing.com – Sembra essere scoppiata una vera e propria ribellione contro le scelte di Boris Johnson sulla Brexit, anche all’interno del suo partito, i Tory. Diversi esponenti conservatori, infatti, si sono schierati apertamente contro l’approvazione dell’Internal Market Bill, il progetto di legge che punta a far restare fuori dal mercato unico l’Irlanda del Nord nonostante il precedente accordo con l’Unione europea prevedesse il mantenimento degli attuali confini.

Oggi è il turno di David Cameron, ex primo ministro conservatore, il quale ha affermato che “approvare una legge del parlamento che infrange un obbligo contenuto in un trattato internazionale è davvero l’ultima cosa che andrebbe contemplata. Dovrebbe essere un'ultima risorsa assoluta”. Pertanto, Cameron ha espresso “dubbi sulla legge che verrà valutata oggi dal Parlamento”.

Le dichiarazioni di Cameron arrivano dopo che altri importanti ex Premier conservatori avevano attaccato Johnson. Tra questi, Theresa May e John Major, mentre per i laburisti hanno espresso la loro contrarietà Gordon Brown e Tony Blair.

La lettera di John Major e Tony Blair

In un articolo scritto ieri per il quotidiano “Sunday Times” insieme a Tony Blair, l’ex primo ministro conservatore John Major ha affermato che Johnson “mette in imbarazzo il Regno Unito”, dato quello che definisce “un comportamento sbagliato, irresponsabile in principio e pericoloso in pratica”.

La legge proposta da Johnson “solleva questioni che vanno al di là dell'impatto sulla pace in Irlanda e sui negoziati con Bruxelles per un futuro patto commerciale, mettendo in dubbio l'onorabilità della nostra nazione. Mentre la comunità internazionale guarda esterrefatta il Regno Unito, la cui parola era finora accettata come inviolabile, questa azione del governo è vergognosa di per sé e imbarazzante per il Paese”, sottolineano i due, per poi invitare “i parlamentari a votare contro questa legislazione”, aggiungono i due ex premier.

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La fronda in Parlamento

Secondo il quotidiano britannico ‘The Guardian’, inoltre, sarebbero “dozzine” i parlamentari della maggioranza di Londra pronti a ribellarsi, sostenendo un emendamento chiave alla contestata Legge sul mercato interno che darebbe al parlamento il diritto di veto su ogni cambiamento all'accordo sulla Brexit firmato a gennaio da Regno Unito e Ue.

I parlamentari avranno l'opportunità di palesare il proprio dissenso durante una sessione parlamentare con dibattito nella giornata di oggi, quando la legge sarà anche messa ai voti e già sono diversi i parlamentari conservatori hanno annunciato che si asterranno, mentre “più di 30” sarebbero pronti a votare l'emendamento che darebbe pieni poteri al parlamento in materia.

L’ex procuratore generale contro Johnson

La posizione contraria di Major trovava l’adesione dell’ex procuratore generale Geoffrey Cox, consulente legale principale di Boris Johnson quando quest’ultimo aveva firmato il trattato di uscita dalla Ue.

“Johnson ha impegnato l’onore e la reputazione del Regno Unito firmando quella legge”, scrive sul ‘Times’ Cox riecheggiando Major e Blair. Qualche giorno fa si era dimesso anche Jonathan Jones, il consulente legale più importante del governo.

L’allarme per il settore auto

Intanto, l’Associazione europea delle case automobilistiche ( ACEA ) ha messo in guardia sul possibile impatto economico sul settore in caso di No Deal sulla Brexit.

Secondo l’Acea, il mancato accordo potrebbe portare perdite commerciali per 110 miliardi di euro nei prossimi cinque anni, mettendo a rischio la produzione di tre milioni tra auto e furgoni.

“Per evitare un secondo colpo economico al settore che impiega 14,6 milioni di persone”, spiega la nota dell’associazione, “l'industria chiede ai negoziatori di assicurarsi urgentemente un accordo che offra tariffe zero, regole di origine moderne ed eviti regolamenti diversi attraverso il canale".

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"La posta in gioco è alta per l'industria automobilistica dell'Ue2, dichiarava Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea (MI:ACE). Dobbiamo assolutamente avere un ambizioso accordo commerciale Ue-Regno Unito entro gennaio. Altrimenti il nostro settore, già in difficoltà per la crisi Covid, subirà un duro doppio colpo”, avvertiva Huitema.

Ultimi commenti

But h 09
É legittima difesa da parte di chi vuole difendere gli interessi della GB.
senza frignare, spostate le sedi legali ed avete risolto !
Il primo ministro inglese sta esercitando una legittima difesa.
che pezzenti sti british.
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