Di Mauro Speranza
Investing.com – La Gran Bretagna ha ammesso di violare il diritto internazionale a seguito dell’approvazione di una legge che riscrive il patto siglato con l’Unione europea per il ripristino dei confini fra Irlanda e Irlanda del Nord, una delle questioni più spinose sui cui si fatica ad arrivare ad un accordo definitivo.
“Violiamo il diritto internazionale, ma in modo molto specifico e limitato”, dichiarava ieri il segretario di Stato britannico per l'Irlanda del Nord, Brandon Lewis, riferendosi all'Internal Market Bill, la cui presentazione è prevista per venerdì prossimo al Parlamento britannico.
Si tratta di una legge interpretativa dell’accordo di divorzio sottoscritta da Boris Johnson con l’UE raggiunto lo scorso anno dopo difficili trattative, la quale riscrive il delicato protocollo e impegna a garantire il mantenimento del confine senza barriere tra i due stati irlandesi, svuotando l’accordo tra le due parti.
La questione mette ancora più a rischio l’accordo sulla Brexit, facendo partire in salita le trattative dopo che Johnson aveva lanciato un ultimatum su un No Deal della Gran Bretagna se non si arriverà ad un accordo entro il 15 ottobre.
Inoltre, la situazione si era aggravata dopo le dimissioni del capo dipartimento legale del governo britannico, Jonathan Jones, dovute al contrasto con la posizione negoziale del governo Johnson. Secondo quando scrive il Financial Times, alla base dell’addio ci sarebbe proprio l’Internal Market Bill.
“I dialoghi UE-GB sulla Brexit sono andati nella direzione sbagliata dopo che il Primo Ministro Boris Johnson ha minacciato di abbandonare i negoziati sulla Brexit se l’UE non cambierà posizione sulle sue richieste. C’è grande frustrazione e si teme che non si possa trovare un accordo. Secondo il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, questi ultimi segnali che arrivano da Londra non fanno ben sperare sull’accordo per la Brexit, ed un’uscita senza accordo sarebbe un vero disastro per la Gran Bretagna. Sarebbe un duro colpo anche per l’UE, ma il Regno Unito ne pagherebbe le conseguenze maggiori”, sottolinea Kathy Lin di BK Asset Management.
I contrasti sui negoziati hanno spinto in basso la sterlina, risultata la “valuta peggiore della giornata” di ieri, aggiunge Lin.
Le reazioni dall’Unione europea
Sulla vicenda è intervenuta la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Confido che il governo britannico attui l'accordo di recesso, un obbligo ai sensi del diritto internazionale e prerequisito per qualsiasi futura partnership”, scriveva von der Leyen in un tweet, aggiungendo che “il protocollo sull'Irlanda/Irlanda del Nord è essenziale per proteggere la pace e la stabilità sull'isola e l'integrità del mercato unico”.
“L'Ue ha fatto numerose proposte costruttive per sbloccare i negoziati. Mentre restiamo determinati a cercare un'intesa col Regno Unito”, attraverso i round negoziali che restano, "l'Ue è pronta, nel caso di uno scenario di 'no deal', a condurre" le sue relazioni commerciali col Regno Unito, "sulla base dei termini del Wto, dal primo gennaio 2021", ha poi precisato il portavoce della Commissione europea per la Brexit, Daniel Ferrie.
Di "gravi conseguenze" in caso di mancato accordo parla il presidente del Parlamento europeo David Sassoli, che ripete il "pacta sunt servanda" che da ieri è diventato il mantra in casa Ue rivolto all'esecutivo di BoJo.
“Ci aspettiamo”, proseguiva Sassoli, “che il Regno Unito rispetti pienamente gli impegni che ha negoziato e sottoscritto l'anno scorso - soprattutto per quanto riguarda i diritti dei cittadini e l'Irlanda del Nord". Ovviamente non è l'unico a parlare. "L'Europa non si farà ricattare”, attacca Manfred Weber, che scandisce che “se vinceranno gli ideologi, tutti perderanno”.