Rassegna giornaliera sul mercato forex, 8 settembre 2020
Analisi realizzata alla chiusura del mercato statunitense a cura di Kathy Lien, Direttrice di FX Strategy per BK Asset Management
In mancanza di dati economici statunitensi questa settimana, l’andamento del dollaro seguirà le notizie politiche e farmaceutiche. Il Presidente Donald Trump durante il weekend del Labor Day di è tenuto impegnato a lanciare minacce alla Cina. La Cina ha aumentato la pressione sull’Australia accusando un giornalista australiano di portare avanti delle attività illegali. Le valute e i titoli hanno registrato un selloff in reazione all’aumento di queste tensioni commerciali che nascondono notizie negative nelle settimane che precedono le elezioni USA. Trump ha indicato che il vaccino potrebbe essere pronto per ottobre, ma lo scetticismo generale e i timori sulla sicurezza di un vaccino testato così velocemente hanno spinto gli investitori ad ignorare la dichiarazione. Il cambio USD/JPY è sceso bruscamente all’inizio della seduta newyorkese in quanto il rendimento dei decennali del Tesoro USA è crollato del 6% nelle prime ore di scambi ed ha fatto scendere tutti i cambi con lo yen.
La valuta peggiore della giornata è stata la sterlina. I dialoghi UE-GB sulla Brexit sono andati nella direzione sbagliata dopo che il Primo Ministro Boris Johnson ha minacciato di abbandonare i negoziati sulla Brexit se l’UE non cambierà posizione sulle sue richieste. C’è grande frustrazione e si teme che non si possa trovare un accordo. Secondo il ministro delle finanze tedesco Olaf Scholz, questi ultimi segnali che arrivano da Londra non fanno ben sperare sull’accordo per la Brexit, ed un’uscita senza accordo sarebbe un vero disastro per la Gran Bretagna. Sarebbe un duro colpo anche per l’UE, ma il Regno Unito ne pagherebbe le conseguenze maggiori. Si prevedono dei ribassi per l’euro in vista della decisione del tasso della Banca Centrale Europea di questa settimana. La produzione industriale in Germania si è indebolita così come l’export, nonostante un miglioramento dell’attività commerciale. La BCE teme che la ripresa nella zona euro stia perdendo slancio ora che aumentano i nuovi casi.
È già da un po’ che siamo ribassisti sul dollaro australiano, e i nostri timori sulle previsioni sono solo aumentati nelle ultime settimane. I media australiani hanno fatto rientrare tutti i loro giornalisti dalla Cina. Un confronto diplomatico di cinque giorni tra i due paesi si è concluso con l’Australia che si è affrettata a far rientrare due giornalisti. La Cina ha accusato Cheng Lei, una famosa giornalista australiana di origini cinesi, di svolgere attività illegali. Le crescenti tensioni con il maggiore partner commerciale sono una cattiva notizia per l’Australia, soprattutto ora che il governo ha prolungato il lockdown nello stato della Victoria fino al 28 settembre, in quanto il tasso di contagio scende più lentamente di quanto sperato. Le conseguenze economiche delle tensioni commerciali e del virus fanno rischiare al cambio AUD/USD di scendere a 70 centesimi. Il dollaro neozelandese è sceso bruscamente e potrebbe scendere ulteriormente se i dati PMI saranno deboli.
Il dollaro canadese sarà al centro dell’attenzione domani con la decisione del tasso della Banca del Canada. All’ultimo vertice di politica monetaria, la banca centrale ha dichiarato che l’attività economica sta migliorando in quanto il lockdown è terminato, ma i tassi devono restare ai livelli attuali in quanto sarà una “lunga scalata” verso la ripresa. Dal vertice di luglio continuiamo a vedere dei miglioramenti nell’economia canadese, con le vendite al dettaglio in salita, nuovi posti di lavoro, calo del tasso di disoccupazione e aumento dell’attività manifatturiera. Mentre il governo canadese teme l’aumento del 25% nella settimana scorsa, la curva è piatta se paragonata agli altri paesi. Tuttavia, il sell-off delle azioni USA ed il rallentamento dell’economia globale fa preoccupare la Banca del Canada sulla propria economia. Ai funzionari potrebbe essere chiesto se seguiranno il cambio di strategia della Fed sull’inflazione e anche se non dovessero intervenire ufficialmente, potrebbero ammettere che l’inflazione è bassa e che potrebbe superare l’obiettivo.