Né Stati Uniti né Cina vogliono perdere la faccia con un passo indietro, ma Trump aveva realmente messo in conto la risposta di Xi? Ecco perché, secondo Schroders (LON:SDR), i rischi di un’escalation sui dazi sono aumentati
In un contesto nel quale si evidenziano continui segnali di rallentamento dell’economia a livello globale, la nuova brusca impennata delle tensioni nelle dispute commerciali tra Washington e Pechino non può che costituire un ulteriore fattore di freno sull’attività economica in tutte le aree geografiche del mondo. “I programmi di investimento, sia governativi che aziendali, saranno probabilmente rimandati o azzerati mentre gli scambi commerciali sono destinati a registrare una nuova contrazione. Inoltre, se è vero che a risentirne in modo maggiore dovrebbe essere la filiera produttiva in Cina e Asia, anche la crescita statunitense subirà dei contraccolpi” specificano Keith Wade, Chief Economist & Strategist, e Craig Botham, Senior Emerging Markets Economist di Schroders.
DOLLARO FORTE E FED SOTTO PRESSIONE
Un’altra conseguenza diretta di queste nuove tensioni è il rafforzamento del dollaro che, a cascata, esercita pressioni sulla Federal Riserve che potrebbe dover tagliare i tassi più velocemente e in modo più incisivo di quanto previsto. “Se così fosse” spiegano Keith Wade e Craig Botham “il presidente Trump potrebbe sentirsi accontentato al punto che potrebbe anche decidere di cambiare idea sui dazi anche con uno dei suoi soliti tweet. Tuttavia, sarebbe difficile non arrivare alla conclusione che ha calcolato male la reazione della Cina” puntualizzano i due esperti...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge
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