Martedì scorso, l'ultimo sondaggio sui gestori di fondi europei, sintetizzato da BofA, ha rivelato un cambiamento significativo nel sentimento dei gestori di fondi riguardo alla solidità dell'economia statunitense nel contesto della stretta monetaria. Secondo il sondaggio, il 62% degli intervistati ritiene che l'economia statunitense rimarrà solida, con un notevole aumento rispetto al 28% registrato il mese scorso. Nel frattempo, coloro che prevedono un immediato rallentamento degli Stati Uniti a causa della stretta monetaria sono scesi dal 61% al 32%.
L'indagine ha inoltre evidenziato che il pessimismo sulla crescita in Europa è ancora notevole, con il 62% degli intervistati che prevede un indebolimento dell'economia europea a seguito della stretta monetaria. Tuttavia, questo dato rappresenta un calo rispetto all'83% del mese scorso. In particolare, il 37% degli intervistati ritiene che la politica fiscale globale sia eccessivamente favorevole, un valore prossimo al massimo storico. Per contro, solo il 3% ritiene che la politica fiscale europea sia troppo restrittiva.
Le prospettive dell'economia globale tra i gestori di fondi appaiono cautamente ottimistiche, con il 65% che prevede un atterraggio morbido come scenario più probabile. La percentuale di coloro che si collocano nel campo del "no-landing", che non indica una significativa flessione o ripresa economica, è salita al 19% dal 7% del mese scorso.
Per quanto riguarda le azioni europee, il 78% dei partecipanti al sondaggio vede un potenziale rialzo nei prossimi dodici mesi, segnando il livello di ottimismo più alto degli ultimi due anni. Ciononostante, dopo un forte rally da ottobre, il 51% prevede un ribasso a breve termine del mercato, in calo rispetto al 56% del mese precedente. Anche l'aspettativa di una riduzione degli utili per azione (EPS) in Europa è diminuita notevolmente: solo il 54% prevede un calo dovuto al rallentamento della crescita e al calo dell'inflazione, rispetto al 75% del mese scorso.
Infine, il sondaggio indica un crescente ottimismo per i ciclici europei, con il 46% degli investitori che prevede un ulteriore rialzo rispetto ai difensivi, in netto aumento rispetto al 22% del mese precedente. Tuttavia, una maggioranza del 35% prevede ancora un ulteriore ribasso per i titoli europei value rispetto a quelli growth, influenzati dalle banche centrali dovish, anche se in calo rispetto al 50% del mese scorso. Il settore assicurativo rimane il più favorito per le sovraponderazioni in Europa, seguito da tecnologia e sanità, nonostante un generale ottimismo per i ciclici.
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