Investing.com - La People’s Bank of China ha mantenuto il suo tasso di prestito di riferimento stabile questo giovedì, come previsto, anche se l’attenzione è rimasta su eventuali tagli futuri, visto l’esaurirsi della ripresa economica del Paese.
La PBOC ha mantenuto il suo tasso di interesse primario del prestito (LPR) a un anno al 3,55%, mentre il LPR a cinque anni, utilizzato per determinare i tassi ipotecari, è rimasto fermo al 4,20%.
La mossa era ampiamente attesa dai mercati, dato che la PBOC aveva mantenuto fermi i tassi di prestito a medio e breve termine all’inizio della settimana.
Ma segue anche il taglio dei tassi di riferimento della PBOC a giugno, dove la banca ha ridotto i tassi per la prima volta in 10 mesi a causa dell’esaurirsi della ripresa economica cinese.
Il tasso LPR viene deciso dalla banca centrale sulla base delle considerazioni di 18 banche commerciali designate e viene utilizzato come parametro di riferimento per le condizioni di prestito nel Paese. Il tasso LPR a un anno era vicino ai minimi storici, dopo una serie di tagli negli ultimi tre anni.
Si prevede che quest’anno la PBOC ridurrà ulteriormente il tasso LPR per sostenere la lenta ripresa economica del Paese. I media locali hanno anche suggerito che un taglio del coefficiente di riserva obbligatoria della PBOC, che stabilisce quanta parte dei depositi di una banca deve essere tenuta come riserve, è probabile nel terzo trimestre.
I dati pubblicati all’inizio della settimana hanno mostrato che il PIL cinese ha subito un sostanziale rallentamento nel secondo trimestre, in quanto la crescita non è riuscita a crescere nonostante le misure di sostegno del governo.
La debolezza dei settori manifatturiero e immobiliare, che prima erano i maggiori motori economici del Paese, ha rappresentato un grosso freno per l’economia cinese. L’industria manifatturiera è in difficoltà a causa della debolezza della domanda globale di beni cinesi, mentre la debolezza delle vendite e la carenza di liquidità pesano sui costruttori immobiliari cinesi da più di tre anni.
Questa tendenza si è mantenuta anche dopo l’allentamento della maggior parte delle misure anti-COVID all’inizio del 2023, che ci si aspettava avrebbe dovuto stimolare la crescita economica.
Ma il rallentamento della spesa interna ha portato la Cina sull’orlo della disinflazione, che secondo gli analisti potrebbe essere difficile da recuperare per l’economia. Ma i funzionari del governo hanno respinto le speculazioni sulla disinflazione e hanno promesso di attuare politiche di maggiore sostegno nei prossimi mesi.