Per Schroders (LON:SDR) il nuovo metodo di fissazione del target può dare una spinta a breve termine, ma l’ondata di liquidità in arrivo può aumentare i rischi di default
L’adozione da parte della Fed americana di un Average Inflation Targeting, la strategia che consiste nel lasciar andare l’inflazione anche oltre l’obiettivo senza alzare preventivamente i tassi, implica politiche monetarie accomodanti più a lungo, il che potrebbe avere un impatto positivo sui mercati emergenti, ma con il rischio di spingerli a esagerare con le emissioni di debito sovrano aumentando il rischio di default. É questa in estrema sintesi la conclusione cui giunge un commento sulle implicazioni del nuovo framework della Fed per i mercati emergenti di David Rees, Senior Emerging Markets Economist di Schroders.
UN AIUTO ALL’EXPORT EMERGENTE
Secondo l’esperto della storica casa londinese infatti, il nuovo approccio potrebbe generare una maggiore domanda per l’export emergente, quindi una crescita economica più elevata, che a sua volta alimenterà la domanda di importazioni degli Stati Uniti a beneficio dei partner commerciali, molti dei quali sono proprio Paesi Emergenti. La spinta verrebbe sentita in particolare da Asia e Messico, a cui è riconducibile una parte significativa del valore aggiunto nei beni importati dagli USA...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge