Le banche centrali di tutto il mondo stanno cercando di superare la gran parte degli ostacoli per aiutare le economie locali colpite dalla pandemia di COVID-19.
La Banca d’Inghilterra ha dichiarato la settimana scorsa che aumenterà gli acquisti dei bond governativi di 150 miliardi di sterline, 50 miliardi di sterline in più rispetto al quanto previsto dagli investitori. Questo porterà gli acquisti totali della Banca a 895 miliardi, tra cui 20 miliardi di bond corporate.
Tuttavia la dichiarazione della Commissione di Politica Monetaria della banca è stata molto cauta su eventuali tassi di interesse negativi.
La RBA ha tagliato i tassi ma la BoJ non ha spazio di manovra
La Reserve Bank of Australia ha preso una posizione chiara all’inizio della scorsa settimana tagliando i tassi di riferimento allo 0,10% dopo aver dichiarato che non sarebbe scesa oltre lo 0,25% in occasione del taglio dei tassi di marzo.
La banca centrale ha inoltre annunciato il suo primo programma di quantitative easing, dichiarando che acquisterà 100 miliardi di dollari australiani in bond del governo australiano nei prossimi sei mesi, con una divisione 80-20 di bond con scadenza a 5 e 10 anni.
Secondo il governatore della RBA Philip Lowe tale combinazione “farà scendere l’intera struttura dei tassi di interesse in Australia.” Questo, di conseguenza, supporterà l’economia attraverso costi di prestito meno elevati, tassi di cambio più bassi e prezzi di asset più elevati.
La Banca del Giappone non ha spazio di manovra ed hatenuto i tassi di interesse allo 0,1% mentre ha mantenuto gli acquisti dei bond a 10 anni per mantenere il rendimento vicino allo zero. La banca centrale non è riuscita a far alzare l’inflazione e l’impatto della pandemia sulla domanda porterà ad un calo dello 0,7% dei prezzi quest’anno, secondo le previsioni della BoJ.
Anche in Giappone salgono i contagi. Il Governtore della BoJ Haruhiko Kuroda ha dichiarato dopo il vertice di politica monetaria: “le previsioni economiche restano molto incerte ed esistono grandi rischi di ribassi”.
La BCE è ferma...per adesso
La Banca Centrale Europea non ha agito durante il vertice di fine ottobre, lasciando intendere che aumenterà il programma di acquisti a dicembre ed agirà sui tassi di interesse solo quando i policymaker affermeranno che l’economia della zona euro sta soffrendo.
La Federal Reserve, dal canto suo, si è trovata nella scomoda posizione tra le elezioni presidenziali e del congresso del 3 novembre ed il conteggio dei risultati, ritardati a causa dell’immensa mole di voti inviati via posta a causa della paura del contagio.
Le prospettive di un Senato sotto controllo dei Repubblicani indicano che lo il programma di stimolo auspicato dai Democratici sarà di minore entità e questo metterà più pressione alla Fed affinché adegui il programma di acquisti.
Anche gli USA sta vedendo un aumento dei casi, ma è poco probabile che ci sia un lockdown nazionale, soprattutto ora che cresce l’ottimismo per un vaccino efficace