Nella riunione in calendario giovedì, la BCE probabilmente segnalerà una lieve riduzione del ritmo di acquisto nell’ambito del Pepp, il programma legato all’emergenza pandemica che oggi viaggia a 80 miliardi di euro al mese più altri 20 miliardi nell'ambito dei regolari programmi di acquisto di asset, ma le continue preoccupazioni sull'evoluzione del contagio e una prospettiva di inflazione a medio termine ancora debole rendono improbabile una riduzione consistente.
Per questo Konstantin Veit, Senior Portfolio Manager European Rates di Pimco, continua ad aspettarsi un nuovo andamento di 60 miliardi al mese, in linea con il ritmo di inizio anno e con l’opinione della stessa Pimco secondo cui ridurrà nel tempo gli acquisti mensili totali a 60 miliardi al mese nel secondo trimestre 2022.
Poco spazio per ulteriore compressione degli spread
L’esperto di Pimco non si aspetta invece una significativa revisione al rialzo delle previsioni sull'nflazione all'1,4% per il 2023, mentre maggiori dettagli sul futuro del Pepp oltre marzo 2022 potrebbero arrivare a dicembre. Il sostegno persistente della BCE rimane un vento in poppa per gli asset a rischio, ma le valutazioni attuali offrono poco spazio per una compressione significativa degli spread, osserva Veit, anche perché i rischi per le prospettive macroeconomiche rimangono elevati. Probabilmente la BCE continuerà a considerare i rischi ampiamente bilanciati mentre le stime di inflazione futura potrebbero essere solo riviste leggermente al rialzo, comunque ancora ben sotto l'obiettivo.
Anche dopo il Pepp gli acquisti resteranno sostenuti
Una volta che gli effetti della pandemia sull'inflazione saranno sufficientemente neutralizzati, l’esperto di Pimco ritiene che gli strumenti ordinari di acquisto torneranno alla ribalta, con il Pepp che dovrebbe giungere al termine l'anno prossimo, mantenendo sostanzialmente invariato il totale. Veit si aspetta anche che la BCE mantenga la prassi delle periodiche valutazioni delle condizioni di finanziamento e inflazione e che enfatizzi le flessibilità del programma di acquisti APP, in particolare in relazione a un meccanismo di trasmissione indebolito che dovrebbe dissipare le preoccupazioni su una possibile deviazione della politica.
La nuova strategia sarà come la vecchia
Per questo l’esperto di Pimco crede che la nuova strategia della BCE sarà sostanzialmente la vecchia politica che rafforzi la chiara volontà di mantenere più a lungo l'attuale impostazione di politica monetaria invece di modificarla in modo aggressivo. La BCE prevede attualmente un'inflazione all'1,4% per il 2023, e spostando il suo obiettivo a medio termine a un simmetrico 2%, la BCE spinge a chiedersi come potrà raggiungere il target più ambizioso da un punto di partenza così basso, utilizzando gli stessi vecchi strumenti.
La Bce eviterà gli errori da "falco" del passato
Secondo l’analisi di Pimco, la nuova forward guidance serve principalmente a evitare gli errori del passato, a tenere il Direttivo al palo e a evitare un irrigidimento prematuro della politica monetaria. Secondo Veit, la nuova forward guidance della BCE mira a rassicurare i mercati che rimarrà paziente e non ripeterà gli errori "da falco" del 2008 e del 2011, una strategia che suggerisce inoltre che non ci sarà alcun serio tentativo di chiudere il profondo divario tra obiettivo di inflazione e l'inflazione prevista.
Come la Banca del Giappone, conclude Veit, la BCE è fermamente concentrata più su stabilità e sostenibilità della politica monetaria e molto meno sul raggiungimento dell'obiettivo di inflazione.
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