Secondo Arnold ( Schroders (LON:SDR)) il sostegno di politiche sia monetarie che fiscali proattive potrebbe aiutare a mantenere le valutazioni dei mercati a livelli relativamente elevati
È da diversi mesi che sui media si rincorrono previsioni su una possibile recessione in arrivo negli Stati Uniti. D’altra parte l’attuale ciclo di ripresa è tra i più lunghi della storia –dal momento che ha superato i 10 anni – e prima o poi dovrà concludersi per iniziarne uno nuovo. Ma per il momento i mercati, sia quello azionario che quello obbligazionario, proseguono nel loro rally protetti dallo scudo delle banche centrali che da inizio anno sono tornate in modalità ‘accomodante.
IL PUNTO DELLA SITUAZIONE
Resta il fatto che la lunga e sfiancante guerra commerciale tra Washington e Pechino e una serie di dati deboli sul settore manifatturiero hanno instillato nuovi dubbi. Martin Arnold, economist di Schroders, ne ha approfittato per fare il punto della situazione. Per farlo ha deciso di esaminare la situazione relativa ai tassi di interesse, al mercato obbligazionario e a quello del lavoro per capire se via siano segnali di una potenziale recessione negli Usa nel 2020...
** Il presente articolo è stato redatto da FinanciaLounge