Investing.com -- In Italia l’incidenza della tassazione sul pil è superiore del 9% rispetto alla media dei Paesi industrializzati. A rivelarlo è il rapporto Revenue Statistics 2023 dell'Ocse, basato sui dati preliminari relativi a 36 dei 38 Paesi aderenti all'organizzazione.
Mentre la media dei Paesi dell’area Ocse è ferma al 34%, nel nostro Paese il rapporto tasse/Pil nel 2022 è arrivato al 42,9%, in crescita dello 0,5%, rispetto al 42,4% del 2021 e dello 0,3% sul 2020, quando l’incidenza delle tasse sul Pil era pari al 42,6%.
Inoltre, dallo studio emerge come la Penisola si confermi al quinto posto tra i Paesi dell'area Ocse, dove in media il rapporto tasse/Pil è diminuito di 0,15 punti percentuali tra 2021 e 2022.
In questa speciale classifica, nel 2022 l'Italia è preceduta dalla Finlandia dove il rapporto tra tasse e Pil è al 43%, sul primo gradino del podio c’è l’Austria con il 43,1%, seconda la Norvegia con il 44,3%, mentre prima per distacco è la Francia che ha un rapporto tasse/Pil pari al 46,1%.
Il caro energia ha portato i governi a tagliare le tasse
Ma il trend generale è quello di un taglio fiscale. Secondo l’analisi dell'OCSE, infatti, gli alti prezzi dell'energia innescati dalla guerra tra Russia e Ucraina hanno spinto i governi a ridurre le accise nel 2022, portando a una diminuzione dei livelli di tassazione in molti Paesi e al calo di 0,15 punti percentuali riscontrato dall’Ocse tra 2022 e 2021.
Inoltre, l’organizzazione sottolinea che, a partire dalla crisi finanziaria globale del 2008-09, è solo la terza volta che si verifica un calo di questo genere nel rapporto tasse/Pil. Prima di adesso, il livello è sceso di 0,6 punti percentuali nel 2017 e di 0,1 nel 2019.
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