Di Alessandro Albano
Investing.com - Il tasso annuale dell'inflazione negli Stati Uniti ha toccato un nuovo massimo in oltre 40 anni nel mese di marzo, superando le attese degli analisti ed aumentando le aspettative per una stretta più rigida sui tassi d'interesse da parte della Federal Reserve.
Secondo il Bureau of Labor Statistics, l'indice dei prezzi al consumo è aumentato dell'8,5% su base annuale rispetto al 7,9% sorpassando le attese per un incremento dell'8,3%. La nuova fiammata dei prezzi ha segnato il rialzo più ampio dal dicembre 1981.
Su base mensile, il tasso è aumentato dell'1,2%, l'aumento maggiore dal settembre 2005, sul +0,8% di febbraio, mentre l'indice core - che esclude cibo ed energia - ha segnato il +6,5% a/a (massimi da agosto 1982).
Guardando alle componenti principali, l'indice energetico annuale ha registrato un balzo del 32%, con benzina (+48%) e olio combustibile (+70%) che hanno segnato gli aumenti più importanti sulla scia di quanto sta accadendo in Ucraina. Forte incremento anche per i prezzi degli alimentari (+8,8%), ai massimi dal maggio 1981.
Secondo alcuni osservatori, la lettura dell'indice core e il dato mensile hanno segnalato la possibilità di un rallentamento dei prezzi nel prossimo futuro. "Penso che entro l'estate probabilmente vedremo il tasso di inflazione IPC raggiungere il picco, e quindi il deflatore dei consumi raggiungerà un picco tra il 6 e il 7% per poi scendere forse al 3-4% nella seconda metà dell'anno", ha affermato a Cnbc Ed Yardeni, presidente di Yadeni Research.
Motivo, questo, che ha spinto i future Nasdaq a +260 punti, i future S&P 500 a +50 punti e i contratti sul Dow a +200 punti dopo un movimento pressoché flat prima del dato sull'inflazione. Tuttavia, guardando il Fed rate monitor tool di Investing.com e i future di CME sui Fed funds, la possibilità di vedere un aumento dei tassi d'interesse dello 0,5% nella riunione di maggio è prezzata oltre l'87%.