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Zona euro, per consumatori prezzi aumenteranno ma Bce resta impassibile

Pubblicato 10.05.2021, 14:21
Aggiornato 10.05.2021, 14:28
© Reuters. Il simbolo dell'euro davanti all'ex sede della Banca centrale europea, fotografato con una lunga esposizione a Francoforte, Germania, 20 novembre 2017. REUTERS / Kai Pfaffenbach

di Mark John

LONDRA (Reuters) - I consumatori europei sentiranno l'impatto dell'aumento dei prezzi quest'anno, con le aziende intenzionate a recuperare i ricavi e a coprire i costi legati alla pandemia. Ma per ora è un'inflazione che la Bce ritiene di poter tollerare.

    Nel corso dell'ultimo anno, l'impatto del Covid-19 ha distorto sia la domanda sia l'offerta dell'economia globale, creando colli di bottiglia nelle catene d'approvvigionamento, caos nei mercati del trasporto merci e un rally delle materie prime, dal mais al rame.

    I lockdown, nel frattempo, hanno privato i consumatori più benestanti in Europa e in altre parti del mondo delle opportunità per spendere i loro soldi, creando livelli record di risparmi e una finestra d'opportunità per le imprese per aumentare i prezzi.

    Mentre i timori per l'inflazione statunitense crescono sulla scia dell'ingente piano di stimolo del presidente Joe Biden -- spingendo la segretaria al Tesoro Janet Yellen a chiarire questa settimana di non vedere problemi all'orizzonte -- la situazione sembra molto diversa in un'economia europea ancora zavorrata dalle restrizioni per il coronavirus.

    A prima vista, c'è una tempesta perfetta per far continuare ad aumentare le pressioni sui prezzi, con la regione che finalmente inizia la ripresa.

    Anche escludendo il settore energetico, i prezzi alla produzione della zona euro a marzo hanno registrato un aumento del 2,3% su anno, quasi il doppio rispetto all'incremento visto a febbraio. Generalmente, l'aumento dei prezzi alla produzione finisce per essere trasmesso ai consumatori.

    In più, questi stessi consumatori appaiono più che disposti a spendere. Le vendite al dettaglio della zona euro sono aumentate a marzo del 2,7% su mese e del 12% su anno.

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    Questa potrebbe essere musica per le orecchie delle aziende i cui ricavi o utili sono stati penalizzati dall'impatto pandemico, sotto forma di restrizioni agli spostamenti, colli di bottiglia nelle catene d'approvvigionamento o carenze mondiali di componenti come i semiconduttori.

    NON SI FANNO SCONTI

Lufthansa ha segnalato che, nonostante la competizione delle rivali low-cost, in linea con altre compagnie aeree non offrirà più gli sconti comuni prima che la pandemia colpisse il settore.

    "Chi prenota in anticipo potrebbe trovare buone occasioni. Ma nel medio termine i prezzi saranno molto disciplinati, poiché le compagnie aeree non possono permettersi gli alti sconti e le basse tariffe visti in precedenza", ha detto il Ceo Carsten Spohr durante una call sui risultati del primo trimestre.

    La società tedesca Basf -- il maggiore produttore al mondo di prodotti chimici e di materie plastiche per fatturato -- ha detto che i prezzi delle materie prime sono più alti del previsto, ma ha alzato l'outlook per gli utili in quanto sta fiduciosamente trasferendo quei costi ai consumatori.

Altre imprese della potenza manifatturiera europea sono state ugualmente chiare sulla portata dell'aumento dei prezzi.

Nel settore auto premium si argomenta che la carenza di chip ha influenzato la produzione di vetture e ha cancellato l'eccesso di offerta, cosa che in passato avrebbe potuto portare a offerte per spostare le scorte.

Bmw ha detto questa settimana che nel primo trimestre è stata grado di alzare i prezzi.

    In altri settori, gli aumenti dei prezzi sono pensati per finanziare investimenti nel mondo post-pandemico. La società tlc olandese Kpn ha annunciato l'aumento del 2,9% delle tariffe internet al dettaglio, un buon punto percentuale sopra l'inflazione, per pagare gli aggiornamenti di rete.

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    Questa potrebbe essere vista come il tipo di storia di reflazione raccontata per giustificare una progressiva riduzione del sostegno Bce all'economia della zona euro. Tuttavia, è una narrativa che la banca vuole evitare, per ora.

    L'inflazione in termini tendenziali si è attestata all'1,6% ad aprile, ancora ben sotto il target di quasi il 2%, e solo a causa di un'impennata del 10,3% dei prezzi energetici. Senza questa voce l'inflazione 'core' è stata pari solo allo 0,8% su anno, meno dell'1,0% di marzo.

GRADUALE RIDUZIONE

    La Bce, pur riconoscendo che potrebbe essere giunto il momento per il settore manifatturiero di trasmettere a valle gli aumenti dei costi, ritiene che l'impatto sui consumatori sarà una-tantum e limitato.

    Il mese scorso in un blog il capo economista Bce Philip Lane ha citato stime dello staff secondo cui l'incremento del 38% dei prezzi globali dei metalli di base tra giugno 2020 e gennaio 2021 aggiungerà solo circa l'1,5% ai prezzi alla produzione dell'intera economia.

    Il balzo del 355% dei costi di trasporto dalla Cina alla zona euro nel corso dello stesso periodo di per sé condurrà solo a un aumento dello 0,3% nei prezzi alla produzione della zona euro, secondo Lane.

    "Ciò indica che il probabile impatto conseguente sui prezzi al consumo sarebbe complessivamente molto limitato", ha concluso, citando la debole correlazione tra i prezzi alla produzione e al consumo.

Il contesto generale dell'economia europea rimane fragile, tuttavia. Unilever (LON:ULVR), nei risultati del primo trimestre, ha sottolineato che i prezzi si sono in realtà indeboliti in Europa grazie a un "contesto retail di deflazione".

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Allo stesso modo, Bmw ha osservato che i prezzi per le nuove vetture sono ora molto più forti negli Stati Uniti che in Europa, dove i prezzi sono praticamente invariati rispetto all'anno scorso.

    È anche poco chiaro se i risparmi accumulati dai consumatori europei saranno immediatamente spesi nell'economia in seguito alle riaperture, poiché la liquidità è ancora in mano ai più benestanti che godono del lusso di poter scegliere quando acquistare.

    Come ha scritto Commerzbank (DE:CBKG) in una nota di ricerca pubblicata questa settimana, è difficile vedere come l'inflazione potrà guadagnerà slancio fino a quando i salari non inizieranno ad aumentare sensibilmente -- scenario per cui al momento ci sono pochi segnali.

    Durante l'ultimo meeting del Consiglio direttivo Bce ad aprile, i banchieri hanno concordato che le attuali pressioni sui prezzi "svaniranno gradualmente" dal panorama dell'inflazione annuale all'inizio del prossimo anno.

Per ora, non vedono motivi per cambiare la loro opinione.

(Tradotto a Danzica da Enrico Sciacovelli, in Redazione a Milano Sabina Suzzi, enrico.sciacovelli@thomsonreuters.com, +48587696613)

Ultimi commenti

cercavano l' inflazione e " finalmente" l' hanno avuta. Si sono dovuti inventare una scusa così subdola che nemmeno l' ultimo degli ebeti ci crede più.
.......avete mai sentito di un paese o di un periodo storico dove non è stato il popolo a pagare ?
considerando l'attuale livello dei salari sia in Europa che in Italia non so quanto gli convenga vedete un aumento dei prezzi, mai sentito parlare della riduzione del potere d'acquisto?
Tutto normale, la bce se ne frega di st ran golare i poveri con l inflazione. L importante è foraggiarr bance e multinazionali. Lo stesso fa la fedz poi quando non potranno più taroccare i dati sull inflazione e dovranno smetterla di stamparsi denaro allora daranno la colpa a qualcun altro
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