MILANO (Reuters) - A fine aprile le banche italiane hanno in essere presso la Banca centrale europea per 257 miliardi di euro, in crescita da 186 miliardi di settembre, mentre la quota dei fondi erogati da Francoforte al sistema bancario italiano è rimasta stabile al 33%.
E' quanto emerge dal Rapporto di Stabilità Finanziaria di Banca d'Italia.
"Alla crescita del rifinanziamento ha contribuito il ricorso alla seconda serie delle operazioni di rifinanziamento mirato a più lungo termine (Targeted Longer-Term Refinancing
Operations, Tltro2)", scrive Bankitalia.
"La progressiva discesa dei tassi di mercato a breve ha reso invece meno convenienti i prestiti settimanali e quelli a tre mesi".
Nel bollettino economico pubblicato questo mese Bankitalia ha quantificato in 241 miliardi di euro i fondi raccolti tramite le quattro operazioni Tltro2 dalla banche italiane, di cui 67 miliardi di euro nell'ultima operazione condotta a marzo [nL8N1HL2OP].
COLLATERAL POOL
Nel rapporto si legge inoltre che da settembre del 2016 a marzo scorso il valore delle attività depositate presso la Banca d'Italia a garanzia dei finanziamenti Bce (collateral pool) è aumentato di 55 miliardi, a quota 339 miliardi.
La quota di attività disponibili per ottenere liquidità addizionale (overcollateralization) è scesa dal 34% al 24%.
L' incidenza dei titoli di Stato sulle attività depositate è salita, nonostante l’applicazione di maggiori scarti di garanzia dopo il downgrade operato da Dbrs a gennaio.
L'ammontare dei titoli negoziabili disponibili per le banche al di fuori del collateral pool è sceso a 210 miliardi (249 miliardi a settembre del 2016), pari al 46% della somma delle esposizioni presso la Bce e sui mercati pronti contro termine.
Il maggiore ricorso del sistema bancario italiano al rifinanziamento presso la Bce si riflette in un aumento della quota complessiva di attività utilizzate come garanzia (asset encumbrance), salita per le banche italiane significative al 30,1% alla fine del 2016 da 29,2 a giugno, un valore superiore di quasi quattro punti percentuali rispetto alle principali banche europee.