di Giuseppe Fonte
ROMA (Reuters) - La legge di Stabilità per il 2015 riduce la contestata imposta regionale sulle attività produttive di 2 miliardi rispetto alla legge attuale.
È quanto riferisce, in attesa del testo ufficiale, una fonte governativa confermando quel che si desume dalle bozze visionate da Reuters.
Illustrando mercoledì la manovra, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha annunciato l'azzeramento del costo del lavoro dall'imponibile Irap per un "esborso dello Stato di 5 miliardi" in termini di cassa.
Dalle bozze della legge di Stabilità emerge un aspetto finora rimasto in ombra: il governo fa dietrofront sul taglio del 10% delle aliquote Irap varato con il decreto di aprile, che ha anche introdotto il bonus di 80 euro per i redditi medi e bassi.
Il ministero dell'Economia ha stimato in 2,9 miliardi per l'intero 2015 il minor gettito Irap legato al decreto Irpef.
Quindi il taglio aggiuntivo contenuto nella manovra è di 2 miliardi, non di 5 come si poteva intendere prima di leggere le bozze.
In un qualche modo lo si poteva desumere anche dalle parole di Renzi, nella conferenza stampa notturna del 15 ottobre.
Il capo del governo ha spiegato che nei 15 miliardi di tagli alla spesa e nei 3,6 miliardi di maggiore tassazione sulle rendite finanziarie previsti in manovra "già ci sono i denari del decreto legge 66 sugli 80 euro".
Il passaggio è rivelatore perché, nel provvedimento di aprile, il governo ha usato la stretta sulle rendite per finanziare il taglio dell'Irap.
L'altra conseguenza è che al netto del decreto Irpef, spiega una fonte governativa, "il totale delle nuove risorse raccolte oscilla tra 30 e 32 miliardi", non 36.
C'è un ultimo aspetto da sottolineare quando si valuta la manovra sull'Irap.
Renzi ha detto che "le imprese non pagheranno più la componente lavoro, per sempre, a partire dal 2015".
Nelle bozze è scritto che la deduzione dall'imponibile riguarda solo "il costo complessivo per il personale dipendente con contratto a tempo indeterminato".
Per collaboratori a progetto e dipendenti assunti a tempo determinato resta, quindi, il complesso sistema di deduzioni previsto dall'attuale legislazione.
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