Investing.com - Il dollaro oscilla vicino al massimo di una settimana contro le altre principali valute questo venerdì, gli investitori attendono la pubblicazione dei dati sull’occupazione statunitense nel corso della giornata, mentre si ridimensionano le preoccupazioni per le politiche protezioniste di Washington.
Cresce l’attesa per il report sull’occupazione non agricola statunitense previsto nel corso della giornata che fornirà maggiori indicazioni sulla forza del mercato del lavoro, dopo i dati di ieri da cui è emerso che le richieste iniziali di sussidio di disoccupazione sono salite più del previsto la settimana scorsa.
Intanto, si sono ridotti i timori per una possibile guerra commerciale dovuta ai dazi USA sulle importazioni di acciaio e alluminio dopo che il Presidente Donald Trump ha firmato una versione più moderata del piano ieri.
Trump ha firmato l’applicazione di dazi del 25% sulle importazioni di acciaio e del 10% su quelle di alluminio ma ha annunciato esenzioni per Canada e Messico senza escludere la possibilità di eccezioni per altri paesi.
Il Giappone ha reagito alla notizia affermando che la decisione avrà un “grosso impatto” sugli stretti legami bilaterali tra i due paesi, mentre la Cina si è detta “fermamente contraria” alla decisione. La Corea del Sud ha reso noto che potrebbe sporgere reclamo all’Organizzazione mondiale per il commercio.
L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, sale dello 0,08% a 90,18 alle 02:05 ET (06:05 GMT), il massimo dal 1° marzo.
Tra le altre notizie, il Presidente Trump ha annunciato l’intenzione di accettare un invito per incontrare il leader nordcoreano Kim Jong Un prima di maggio, nelle speranze di raggiungere una “denuclearizzazione permanente”.
L’Ufficio per la Sicurezza Nazionale sudcoreano ha dichiarato che Kim “ha espresso impazienza di incontrare il Presidente Trump il prima possibile” e che il leader della Corea del Nord ha promesso di “evitare qualsiasi altro test nucleare o missilistico” mentre si svolgeranno le trattative.
La notizia ha spinto al ribasso gli asset rifugio e il cambio USD/JPY sale dello 0,49% a 106,73, mentre la coppia USD/CHF è stabile al massimo di oltre un mese di 0,9516.
Invariati l’euro e la sterlina, con la coppia EUR/USD a 1,2315 ed il cambio GBP/USD a 1,3801.
La moneta unica si è stabilizzata dopo il crollo di ieri seguito alle parole del Presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi secondo cui l’inflazione della regione resta sottotono e l’aumento del protezionismo rappresenta un rischio, anche se ha riconosciuto una crescita più veloce in Europa.
Stamane, la Banca del Giappone ha lasciato invariata la politica monetaria e non ha lasciato trapelare indizi circa la tempistica e la modalità della chiusura delle misure di stimolo.
Il dollaro australiano è invariato, con la coppia AUD/USD a 0,7791, mentre il cambio NZD/USD va su dello 0,17% a 0,7274.
Intanto, il cambio USD/CAD è stabile a 1,2896.