Investing.com - Il dollaro è misto negli scambi della mattinata europea di questo lunedì, scendendo contro le valute rifugio e salendo invece contro gli indicatori della propensione al rischio sulla scia delle minacce del Presidente Donald Trump di applicare nuovi dazi sulle importazioni cinesi.
L’euro è sceso di appena mezzo centesimo ieri sera, quando Trump ha minacciato di alzare i dazi esistenti su 200 miliardi di dollari di importazioni nipponiche dal 10% al 25% e di applicare nuove imposte del 25% su altri 325 miliardi di dollari di prodotti che finora non erano stati toccati dallo scontro commerciale USA-Cina.
Tuttavia, alle 3:00 ET (07:00 GMT), l’euro ha recuperato la maggior parte delle perdite iniziali attestandosi a 1,1193 dollari. Gli scambi saranno relativamente tranquilli questo lunedì per via di una festività nel Regno Unito. I riflettori saranno puntati sugli indici PMI sui servizi della regione.
“L’accordo commerciale con la Cina prosegue, ma troppo lentamente, perché tentano di rinegoziarlo. No!”, ha scritto Trump su Twitter.
Gli analisti affermano che la mossa sembra mirata a mettere pressione sulla Cina durante quelle che dovrebbero essere le fasi finali delle trattative commerciali tra i due paesi. I funzionari cinesi in passato avevano reso noto che non avrebbero negoziato con una pistola puntata alla testa.
Sia lo yuan che le borse cinesi sono scesi sulla notizia. Il dollaro è balzato al massimo di quattro mesi contro lo yuan ed è salito dello 0,7% a 6,7802 alla chiusura di Shanghai.
La banca centrale cinese ha risposto tagliando i requisiti di riserva delle banche piccole e medie, una misura che, ha spiegato, rilascerà 280 miliardi di yuan di liquidità.
Il dollaro è sceso inoltre al minimo di sei settimane di 110,30 yen in seguito ai commenti di Trump e si è indebolito anche contro il franco svizzero, le due valute che solitamente attirano forti offerte nei periodi di alta volatilità. Alle 3 ET si è attestato a 1,0156 franchi, in calo dello 0,1% da ieri sera.
L’indice del dollaro, che replica l’andamento del biglietto verde contro un paniere di altre sei principali valute, si attesta a 97,312. Gli analisti di ING si aspettano che la domanda di dollaro resti forte questa settimana, con la possibilità di tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali di Australia e Nuova Zelanda, Malesia, Thailandia e Filippine.
L’avversione al rischio in Asia ha rimesso pressione anche sulla lira turca, che ha infranto il livello di 6 contro il dollaro nei primi scambi per la prima volta da settembre.
Nel frattempo, la sterlina si è lievemente indebolita nella riduzione delle speranze di un accordo trans-partitico per superare l’impasse sulla Brexit. Alle 3 ET, la sterlina scende dello 0,4% a 1,3124 dollari.