Di Peter Nurse
Investing.com - Il dollaro statunitense è rimasto pressoché invariato negli scambi europei di mercoledì, ma ha guadagnato rispetto allo yen giapponese dopo che gli ultimi verbali della Banca del Giappone hanno suggerito che la sua posizione monetaria accomodante rimarrà probabilmente in vigore.
Alle 08:35 CET, l’ indice del dollaro, che tiene conto del biglietto verde rispetto a un paniere di altre sei valute, è rimasto sostanzialmente invariato a 103,870, al di sopra del livello più basso da metà giugno di 103,44, registrato il 14 dicembre.
Il cambio USD/JPY è salito dello 0,3% a 133,86, rimbalzando dopo essere sceso fino a 130,58 poco più di una settimana fa, quando la BOJ ha annunciato l’allentamento della fascia di rendimento dei titoli di Stato giapponesi a 10 anni. Ciò aveva fatto pensare che la banca centrale fosse pronta a inasprire la sua politica monetaria ultra-allentata.
Tuttavia, il cambiamento di posizione della BOJ era finalizzato al buon funzionamento del mercato dei titoli di Stato giapponesi e non a modificare la traiettoria della politica, secondo le opinioni dei responsabili politici riportate nel verbale della riunione di dicembre.
Ciò ha colpito lo yen giapponese, in particolare contro il dollaro, in quanto suggerisce una continuazione della politica ultra-accomodante. Tuttavia, le perdite sono state limitate dal periodo festivo e dalla convinzione che la BOJ non potrà a mantenere questo atteggiamento a lungo termine, soprattutto perché l’inflazione al consumo in Giappone ha raggiunto un massimo di quattro decenni del 3,7% a novembre.
Per mercoledì si attendono diversi dati USA, tra cui vendite di case in sospeso, indice manifatturiero di Richmond, e Redbook.
“Dubitiamo che i dati siano in grado di scuotere i mercati nel contesto di bassa volatilità del periodo festivo. È più probabile che siano le notizie dalla Cina e dalla crisi energetica a guidare qualsiasi movimento significativo”, hanno dichiarato gli analisti di ING in una nota.
Il cambio EUR/USD è salito dello 0,1% a 1,0650, rimanendo in una fascia di negoziazione limitata senza dati importanti da pubblicare nelle prossime due settimane per l’euro, almeno fino ai dati sull’indice dei prezzi al consumo tedesco per dicembre all’inizio di gennaio e senza interventi della Banca Centrale Europea in programma.
Il cambio GBP/USD è salito dello 0,2% a 1,2044, appena sopra il minimo del mese di 1,1993, toccato il 22 dicembre, mentre l’indice AUD/USD, sensibile al rischio, è salito dello 0,5% a 0,6763.
Il cambio USD/CNY è salito dello 0,2% a 6,9721, con gli investitori sostenuti dall’annuncio di lunedì che la Cina smetterà di richiedere ai viaggiatori in entrata di entrare in quarantena a partire dall’8 gennaio.
Tuttavia, l’aumento dei casi di COVID sta danneggiando la fiducia, in quanto indica ulteriori problemi per l’economia nel primo trimestre.