Investing.com - Il dollaro rimane stabile contro il paniere delle valute questo mercoledì, in attesa della decisione sui tassi della Federal Reserve nel corso della giornata, quando i policymaker dovrebbero annunciare il primo taglio dei tassi in oltre un decennio.
Con un taglio dei tassi di un quarto di punto percentuale già messo in conto, si cercherà di capire se la Fed lascerà aperta la possibilità di ulteriori allentamenti della politica monetaria nel tentativo di isolare la principale economia mondiale dal rallentamento della crescita globale e dalle conseguenze dei conflitti commerciali.
“La Fed probabilmente tenterà di non annientare le speranze di un taglio dei tassi futuro nutrite dai mercati. Ma allo stesso tempo il Presidente (Jerome) Powell sicuramente non si trova in una posizione tale da poter promettere un tagli imminente, perciò ci si aspetta che il suo discorso sia il più vago possibile”, afferma Yukio Ishizuki, responsabile per le strategie monetarie di Daiwa Securities.
“Eventuali riferimenti vaghi alla politica monetaria darebbero una spinta extra al dollaro in quanto ridimensionerebbero le speranze di un allentamento eccessivo”.
L’indice del dollaro contro un paniere di sei principali valute rimane invariato a 97,82 alle 04:07 ET (08:08 GMT), dopo essersi staccato dal massimo di due mesi di 98,206 segnato ieri.
Il biglietto verde scende a 108,53 contro lo yen e l’euro è stabile a 1,1150. La Banca del Giappone ieri ha lasciato invariata la politica monetaria, sebbene si sospetti che un intervento verso ulteriori condizioni di allentamento possa non essere lontano.
La sterlina, crollata questa settimana con gli investitori che si sono affrettati a mettere in conto la possibilità che il paese lasci l’Unione Europea senza accordo, riesce a segnare una lieve ripresa. La sterlina sale dello 0,16% a 1,2164, risalendo dal minimo di 28 mesi di 1,2120 di ieri.
I problemi per la moneta, crollata del 4,3% a luglio, sembrano ancora ben lungi dall’essere finiti, con il neo Primo Ministro Boris Johnson determinato a portare il Regno Unito fuori dall’UE entro il 31 ottobre con o senza un accordo di transizione.
--Articolo realizzato con il contributo di Reuters