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Euro e sterlina a minimi plurisettimanali, dollaro più stabile

Pubblicato 14.02.2019, 09:56
Aggiornato 14.02.2019, 09:56
© Reuters.

Investing.com - L’euro e la sterlina scendono ai minimi plurisettimanali contro un dollaro più stabile questo giovedì, mentre pesano i dati economici deboli nella zona euro e i timori per la Brexit.

Il cambio EUR/USD scende dello 0,1% a 1,1249 alle 03:44 ET (08:44 GMT), il minimo da metà novembre, dopo i dati da cui è emerso che il PIL tedesco è rimasto invariato nel quarto trimestre, dopo una contrazione dello 0,2% nel trimestre precedente.

Ciò significa che la principale economia della zona euro è riuscita solo per un soffio ad evitare una recessione tecnica, ma non riesce a segnare un’espansione da giugno. I dati alimentano le aspettative che la Banca Centrale Europea mantenga una posizione accomodante quest’anno.

Nelle ultime 24 ore l’euro è stato colpito anche dalla prospettiva di una maggiore instabilità politica in Spagna, una delle nazioni della regione con la crescita migliore negli ultimi anni. Il fatto che il bilancio del Primo Ministro Pedro Sanchez non sia riuscito ad essere approvato dal Parlamento rende le elezioni anticipate quasi una certezza. Sanchez annuncerà le prossime mosse domani.

La richiesta del biglietto verde continua ad essere supportata dai dati che indicano una forza sostenuta dell’inflazione core USA.

Mentre l’inflazione generale ha segnato il ritmo più lento di un anno e mezzo a gennaio, i trader si sono concentrati sull’indicatore core, salito per il terzo mese di fila, dando slancio al dollaro.

Sul biglietto verde all’inizio dell’anno ha pesato la decisione della Federal Reserve di adottare una posizione più cauta. Tuttavia, gli ultimi dati suggeriscono che la banca centrale dovrà restare vigile sulle pressioni sui prezzi pur adattandosi ad un aumento dei rischi per la crescita.

“L’andamento dell’inflazione core USA rimane stabile, rispetto ai timori di un potenziale calo … in effetti, al 2,2% su base annua, la lettura annuale segna un rialzo dall’1,8% dell’anno scorso”, afferma Rodrigo Catril, esperto senior di strategie monetarie di NAB. “In generale, i dati suggeriscono che non si più escludere una ripresa degli aumenti dei tassi da parte della Fed quest’anno”.

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La sterlina è sulla difensiva, con la coppia GBP/USD giù dello 0,14% al minimo di un mese di 1,2824 in vista del voto al Parlamento, nel corso della giornata, sul piano del Primo Ministro Theresa May circa un accordo con l’Unione Europea sui termini per l’uscita dal blocco. Il Regno Unito lascerà l’UE il 29 marzo.
Il dollaro è stabile contro lo yen, con la coppia USD/JPY a 111,03.

La propensione al rischio continua a restare supportata dalle crescenti aspettative di una svolta nell’impasse commerciale tra USA e Cina.

Il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin e il Rappresentante per il Commercio Robert Lighthizer si trovano a Pechino per le trattative.

Ieri il Presidente USA Donald Trump ha reso noto che le discussioni con la Cina stanno “andando molto bene”, mentre i due paesi cercano di risolvere gli attriti commerciali entro la scadenza del 1° marzo.

Se le due nazioni non dovessero riuscire a trovare un’intesa entro tale data, i dazi su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi saliranno dal 10% al 25%.

L’indice del dollaro USA, che replica l’andamento del biglietto verde contro sei rivali, sale 97,02, dopo aver segnato +0,45% nella seduta precedente. L’indice è schizzato dell’1,7% finora questo mese, dopo due mesi consecutivi in discesa.

Il dollaro australiano, spesso considerato indicativo della propensione al rischio globale, è in salita per il secondo giorno di fila, con la coppia AUD/USD su dello 0,25% a 0,7105 sulla scia dell’ottimismo per le trattative commerciali USA-Cina. La forza dell’aussie è stata incoraggiata anche dai dati economici migliori del previsto in Cina, il principale partner commerciale dell’Australia.

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A gennaio le esportazioni cinesi in dollari sono schizzate del 9,1% rispetto all’anno scorso, mentre le importazioni sono scese dell’1,5%, secondo i dati ufficiali di questa mattina che hanno battuto le previsioni degli analisti.

- Articolo realizzato con il contributo di Reuters

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