Investing.com – Il settore immobiliare vede i primi segnali di una ripresa stando alle rilevazioni dell’indice Fiups (Federimmobiliare, Università degli Studi di Parma e Sorgente Group spa) che registra, per il secondo quadrimestre 2013, tempi medi di vendita più brevi e maggior stabilità nei prezzi.
Queste rilevazioni non garantirebbero un imminente ripresa del mercato, si propongono infatti l’individuazione di un sentiment generale, essendo tese alle aspettative a livello qualitativo dei vari operatori dell’industria immobiliare.
Non è quindi confermato, per ora, nessun trend, ma da questa indagine emerge una marcata tendenza alla stabilità, che da tempo mancava al settore immobiliare, oltre ad un’inversione di tendenza per quanto riguarda la continua riduzione dei prezzi che preoccupava gli operatori.
Dalle interviste risulta che si trovino nuove opportunità di investimento, soprattutto nel nord del Paese sia per il settore industriale che per quanto riguarda gli uffici; il centro Italia vede buone possibilità nel residenziale, e le città marittime e di villeggiatura si dicono ottimiste sia nel commerciale che nel residenziale.
Le tanto discusse politiche sulla casa, non per ultima l’abolizione dell’IMU, non risultano essere considerate di particolare rilievo; si dice convinto della totale inutilità del provvedimento ben il 49% degli intervistati.
Interessante invece viene considerata, anche per questo settore, l’iniezione di liquidità nel sistema bancario (67% degli intervistati), insieme ad una fiscalità più leggera (31% degli intervistati).
In costante crescita l’interesse di investitori istituzionali quali fondi pensione, compagnie di assicurazione e casse di previdenza.
In ripresa anche il settore alberghiero, sulla scia delle buone prospettive di flussi turistici in Italia.
Queste rilevazioni non garantirebbero un imminente ripresa del mercato, si propongono infatti l’individuazione di un sentiment generale, essendo tese alle aspettative a livello qualitativo dei vari operatori dell’industria immobiliare.
Non è quindi confermato, per ora, nessun trend, ma da questa indagine emerge una marcata tendenza alla stabilità, che da tempo mancava al settore immobiliare, oltre ad un’inversione di tendenza per quanto riguarda la continua riduzione dei prezzi che preoccupava gli operatori.
Dalle interviste risulta che si trovino nuove opportunità di investimento, soprattutto nel nord del Paese sia per il settore industriale che per quanto riguarda gli uffici; il centro Italia vede buone possibilità nel residenziale, e le città marittime e di villeggiatura si dicono ottimiste sia nel commerciale che nel residenziale.
Le tanto discusse politiche sulla casa, non per ultima l’abolizione dell’IMU, non risultano essere considerate di particolare rilievo; si dice convinto della totale inutilità del provvedimento ben il 49% degli intervistati.
Interessante invece viene considerata, anche per questo settore, l’iniezione di liquidità nel sistema bancario (67% degli intervistati), insieme ad una fiscalità più leggera (31% degli intervistati).
In costante crescita l’interesse di investitori istituzionali quali fondi pensione, compagnie di assicurazione e casse di previdenza.
In ripresa anche il settore alberghiero, sulla scia delle buone prospettive di flussi turistici in Italia.