Investing.com - L’inflazione al consumo giapponese è aumentata leggermente meno del previsto a giugno, come hanno mostrato i dati di questo venerdì, grazie al calo dei costi energetici, anche se l’inflazione core e un indicatore chiave della Banca del Giappone sono rimasti fermi.
L’indice nazionale dei prezzi al consumo è cresciuta del 3,3% a giugno, meno delle aspettative di crescita del 3,5%, ma leggermente al di sopra della lettura del 3,2% del mese precedente, secondo i dati dell’Ufficio di Statistica.
L’IPC, che esclude i costi volatili degli alimenti freschi, è cresciuto del 3,3% su base mensile, come previsto, in leggero aumento rispetto al 3,2% del mese precedente.
Ma un’altra lettura core, che esclude i prezzi degli alimenti freschi e dell’energia, è cresciuta del 4,2% a giugno, rimanendo vicina ai massimi di 40 anni toccati nel mese precedente. Questa lettura è un indicatore delle condizioni dell’inflazione core in Giappone ed è tenuta sotto stretta osservazione dalla Banca del Giappone (BOJ) in vista della politica monetaria.
Tuttavia, l’allentamento dell’inflazione generale riduce la pressione sulla BOJ affinché inizi immediatamente a inasprire la politica monetaria e a modificare il meccanismo di controllo della curva dei rendimenti (YCC). La banca non sembra abbia intenzione di modificare il suo YCC nel breve termine, ma ha accennato a un eventuale cambiamento nel corso dell’anno o all’inizio del 2024, quando la crescita dei salari si stabilizzerà.
Sebbene l’inflazione IPC generale sembri essersi stabilizzata intorno a un livello leggermente superiore al 3%, rimane ancora ben al di sopra dell’obiettivo annuale del 2% della BOJ, che si prevede finirà per attirare misure restrittive da parte della banca centrale.
Il governatore della BOJ Kazuo Ueda ha recentemente osservato che ci vorrà del tempo prima che l’inflazione raggiunga l’obiettivo del 2%.
I sussidi per l’elettricità introdotti dal governo giapponese all’inizio di quest’anno hanno contribuito principalmente a ridurre l’inflazione nel Paese, così come la stabilità dei prezzi delle importazioni di energia.
Ma l’inflazione dei prezzi dei generi alimentari è rimasta elevata, con una crescita costante dei prezzi nel corso dei mesi.
La dipendenza del Giappone dalle importazioni è stata la causa principale dell’impennata dell’inflazione ai massimi di 40 anni all’inizio dell’anno. Anche la debolezza dello yen, in un contesto di crescente divario tra i tassi di interesse locali e quelli statunitensi, ha influito sull’inflazione giapponese.
Lo yen è salito dello 0,2% dopo il calo di venerdì.