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Tassi Fed: “Rischio che non ci siano tagli nel 2024”, i commenti degli analisti

Pubblicato 30.04.2024, 15:06
© Reuters

Investing.com – Domani la Banca centrale americana annuncerà la sua decisione sui tassi d’interesse.

Se fino a qualche tempo fa l’allentamento della stretta monetaria era considerata cosa fatta, il ritorno dell’inflazione negli ultimi mesi ha cambiato le cose e adesso i mercati cominciano a considerare il rischio che arrivino meno tagli del previsto nel 2024, se non addirittura nessuno. In questo senso, grande rilievo avranno le parole del presidente Jerome Powell: in base al nostro strumento monitor dei tassi Fed, il 74% degli analisti è convinto che la banca centrale americana lascerà i tassi fermi almeno fino alla riunione di settembre. Ma, come sempre, l’ultima parola spetta ai banchieri. E allora, per fare chiarezza e capire cosa è lecito aspettarsi, Investing.com ha raccolto i commenti degli analisti in vista della riunione Fed del 1° maggio.

Paul Diggle, Capo economista di abrdn

Il nostro scenario di base prevede due tagli dei tassi da parte della Fed quest'anno, a settembre e a dicembre, poiché la crescita e l'inflazione dovrebbero moderarsi leggermente nella seconda metà dell'anno. Tuttavia, prendiamo in seria considerazione il rischio che non ci siano tagli o che la prossima mossa sia un rialzo. Infatti, assegniamo una probabilità cumulativa del 35% agli scenari "no landing" e "picco del prezzo del petrolio", in cui la politica monetaria rimane invariata o addirittura diventa più restrittiva.

Sul fronte della crescita, l’attività continua ad essere sostenuta da bilanci forti di consumatori e imprese, una politica fiscale accomodante, elevati flussi migratori netti e un aumento della produttività. Questi elementi favorevoli potrebbero indebolirsi leggermente nel corso del 2024, pertanto riteniamo che la crescita si modererà. Esistono sia rischi di una crescita costantemente superiore al trend o di un incremento del trend di crescita, sia rischi al ribasso di un rallentamento più significativo.

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Sul fronte dell'inflazione, il CPI si è rivelato ancora una volta positivo a marzo. Man mano che l’anno avanza diventa sempre più difficile attribuire questa forza alla stagionalità residua e ad altre anomalie. Riteniamo che sia ancora in atto una modesta disinflazione, dato il rallentamento della crescita dei salari, e il calo degli affitti di mercato indica che l'inflazione degli alloggi prima o poi tenderà a diminuire.

Pertanto, il PCE core dovrebbe scendere al 2,5% su base annua entro l'estate, ma i progressi potrebbero arrestarsi nel resto dell'anno quando gli effetti base si riveleranno meno utili. Tuttavia, ci sono molte probabilità storiche che l'inflazione si mantenga al di sopra dell'obiettivo o che subisca un rimbalzo, ed è per questo che teniamo in seria considerazione questi rischi.

Tornando alla politica monetaria, la sorpresa al rialzo del CPI indica che la Fed non sta ancora vedendo i progressi necessari a procedere con un taglio dei tassi la prossima estate. Pensiamo che la Fed aspetterà almeno fino a settembre prima di tagliare i tassi, per poi procedere a un secondo taglio a dicembre. Tuttavia, i rischi tendono verso una data di inizio ancora più tardiva nel caso in cui l'inflazione non dovesse rallentare. Nonostante questa inversione di rotta, Powell ha ribadito che la politica monetaria rimane restrittiva, ponendo una barriera elevata ma non insormontabile a un ulteriore inasprimento. Una forte impennata dei prezzi del petrolio, guidata dal rischio geopolitico, potrebbe essere un fattore scatenante per passare a nessun taglio o addirittura a ulteriori rialzi".

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Erik Weisman, Chief Economist and Portfolio Manager di MFS IM

La chiave della politica della Fed è la sua sensibilità ai tassi d'interesse.

Alla fine del 2018, la Fed ha alzato i tassi solo al 2,50%, il che è stato sufficiente a rallentare bruscamente l'economia. In questo ciclo di tassi, invece, la Fed ha alzato i tassi di 500 punti base, eppure l'economia continua a crescere. Ciò si presta ad alcune spiegazioni...

1. L'economia è meno sensibile ai tassi di interesse perché le condizioni fondamentali sono cambiate. Se così fosse, la Fed potrebbe aver bisogno di alzare ulteriormente i tassi.

2. L'economia è ancora sensibile ai tassi, ma i tassi reali effettivi non sono così alti e le condizioni finanziarie generali sono ancora favorevoli. In tal caso, la Fed dovrebbe aumentare gradualmente i tassi fino a quando la politica monetaria non sarà sufficientemente restrittiva.

3. L'economia è meno sensibile ai tassi ora, ma solo a causa dello shock della pandemia. Se fosse vero, la Fed potrebbe semplicemente avere bisogno di più tempo perché i tassi attuali abbiano effetto.

La conclusione è che la Fed si trova nella poco invidiabile posizione di dover capire tutto questo senza una bussola.

Michele Sansone, Country Manager di iBanFirst Italia

L'inflazione negli Stati Uniti è alle stelle e non sembra arrestare la sua salita. L'indice dei prezzi al consumo ha raggiunto il 3,5% su base annua a marzo, in aumento rispetto al 3,2% di febbraio e al di sopra del consenso del 3,4%. Se escludiamo le voci legate alla volatilità, la situazione è anche peggiore. L'inflazione è al 3,8% su base annua e addirittura allo 0,4% su base mensile - un tasso insolitamente alto. In una situazione di normalità, l'inflazione mensile oscilla tra lo 0,1% e lo 0,2%. Le ragioni di questa impennata sono da ricercare in un aumento dei prezzi nel terziario, soprattutto nel settore delle assicurazioni (+22,2% su base annua), dei trasporti (+10,7%), delle riparazioni in ambito automotive (+8,2%) e delle cure ospedaliere (+7,5%).

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Non si tratta di un fenomeno strutturale, ma è abbastanza importante da generare un ritardo nell’aspettativa di taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (Fed). All'inizio dell'anno, il mercato prevedeva 6-8 tagli dei tassi a partire da marzo. Ora ne sono previsti solo due, a partire da settembre e l’inizio dei tagli potrebbe addirittura slittare a dicembre se l'inflazione non dovesse diminuire significativamente entro l'autunno. Si esclude un taglio dei tassi a partire da giugno, insieme al probabile taglio della Banca Centrale Europea (BCE), della Banca Nazionale Svizzera e della Banca del Canada, a meno che non si registrino dati molto deludenti sull'occupazione – ma le probabilità sono limitate. La decisione della Fed potrebbe essere ulteriormente influenzata nelle prossime settimane dall'impennata nei prezzi del petrolio (prossimi ai 90 dollari al barile).

Accanto a occupazione e inflazione va considerato anche il debito pubblico. Nello scenario di stabilità dei tassi, il costo del debito per il governo federale degli Stati Uniti dovrebbe raggiungere quasi il 6% del PIL entro la fine dell'anno. Una cifra importante, che il mercato giudica insostenibile nel lungo periodo. Tuttavia, se la Fed tagliasse i tassi di 150 punti base, si otterrebbe una riduzione del 33% della spesa per interessi, ad esempio. Un risultato significativo, di cui la Fed terrà conto, considerando anche l’avvicinarsi delle elezioni presidenziali.

Gilles Moëc, AXA Group Chief Economist and Head of AXA IM Research

Tra i numerosi dati pubblicati la scorsa settimana negli Stati Uniti, il mercato si è concentrato principalmente sull’indice dell’inflazione core, risultato superiore alle attese. Fino a venerdì scorso, era previsto solo un taglio e mezzo dei tassi da parte della Fed per quest'anno.

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I dettagli del dato PCE non hanno determinato maggiore sollievo rispetto dato complessivo: l'inflazione dei servizi è aumentata di nuovo, mentre quella dei beni manufatti è tornata in territorio positivo, su base annualizzata a tre mesi, per la prima volta da giugno dell’anno scorso. Ci aspettiamo che questa settimana Jay Powell chiarisca in modo definitivo che la Fed non è in posizione di tagliare i tassi a breve. Ci aspettiamo comunque che la Banca centrale Usa taglierà i tassi quest’anno (due volte, a partire da settembre), sulla base dell’ipotesi che il PIL più debole del previsto per il primo trimestre – inferiore alla crescita potenziale per la prima volta in quasi due anni – indichi l’inizio di un rallentamento duraturo che aiuterebbe a riavviare il processo di disinflazione, soprattutto considerando l’inasprimento delle condizioni finanziarie complessive, con i rendimenti decennali che tornano ai livelli che non si vedevano dall’autunno scorso.

Tuttavia, un’altra dose della policy “higher for longer” negli Stati Uniti avrebbe implicazioni serie per il resto del mondo. Mentre un taglio dei tassi a giugno sembra ora riscuotere abbastanza consenso all’interno del Governing Council, i falchi potrebbero evidenziare il rischio di alimentare l’inflazione importata nell’Eurozona attraverso la svalutazione della moneta, se la Bce divergesse troppo dalla Fed. La scorsa settimana, Fabio Panetta della Banca d’Italia ha espresso un argomento solido a favore del decoupling, puntando sul complessivo inasprimento delle condizioni finanziarie che una Fed in pausa scatenerebbe per il resto del mondo. Abbiamo quindi analizzato in dettaglio un documento, che quantifica gli effetti di spillover della politica monetaria degli Usa, a cui Panetta ha fatto riferimento nel suo discorso. Condividiamo il suo punto di vista sul fatto che la reazione ottimale di una Banca Centrale di fronte a una pressione inflazionistica interna più bassa e dinamiche di domanda sfidanti dovrebbe essere quella di contrastare il contagio dagli Stati Uniti tagliando i tassi di interesse.

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Guardando infine alla Bank of Japan, questa sta già affrontando una forte pressione sul tasso di cambio, che è sceso al di sotto dei livelli che avevano innescato un intervento sul mercato valutario nel 2022. Tuttavia, gli ultimi dati sull’inflazione giustificano l’approccio cauto di Ueda alla normalizzazione della politica.

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Ultimi commenti

Ci saranno, ci saranno eccome i tagli e più di uno nel 2024! Quando a novembre arriverà Trump i tagli saranno immediati…
Ce ne faremo una ragione ma finche il Roce o il Rona sono crescenti le aziende continuano a fare utili … detto chiaramente i tassi sono poca cosa se il mercato assorbe un 5/6% di onere finanziario…
Ottimo...continueremo ad acquistare bond a sconto e,a incassare gustose grasse cedole Gli usa sono nel declino nel marasma piu' totale.A questo giro non ne escono....questione di tempo ma nemmeno troppo.Giusto che anche loro paghino il conto per tutte le malefatte perpetuate fino ad oggi
con la loro finta democrazia esportata nel mondo....che ha il solo scopo di colonizzare
questo piano distruttivo è voluto è stato creato e studiato da tempo.... messo in opera per creare povertà e dare il vero valore che il denaro ha....il denaro è uno strumento per creare schiavi .... creare disuguaglianza.... discriminazione.... è uno strumento nato per controllare le popolazioni....e ora vi stupite se questo viene usato contro di noi...? dai su facciamo i seri.....i grandi manovratori di questo sistema sanno dove colpire.... naturalmente attaccano le nazioni con più indipendenza monetaria per riportare il denaro a regime così da diminuirne la circolazione.... questo porta ad inganni continui di tutti i generi ricatti soprattutto attaccando e corrompendo tutti i settori per portare ad una dittatura economica ...e non solo ....
ma non va in pensione ?
sembra difficile credere che l'economia sia resiliente a fronte di tassi così alti: infatti si temeva una recessione che avrebbe costretto tagli per stimolare l'economia. quindi è davvero tutto forzatamente falso! l'indebitamento da interessi alti cresce e quando si parlerà di rischio default ilcongesso usa dovrà alzare l'asticella in vista delle elezioni presidenziali. un vero dilemma per il povero Powell!!! che fare???? comunque i mercati sapranno essere allo steeso stesso modo resilienti e dopo qualche fisiologica correzione torneranno a salire...ferme restando prossime trimestrali!!!!
dimenticavo di insinuare un altro dubbio: siamo certi che le trimestrali dei colossi usa siano veritiere????
Qualunque numero esce per bocca degli usa palesemente falso da sempre.
tutti dati falsi ci sono le elezioni quindi nessun taglio altrimenti crolla tutto...quello che dice no landing vada a studiare la storia dei mercati azionari....
voi americani siete la disgrazia di questo mondo
comunista io? 🤣🤣🤣🤣
Ancora credete nella politica?
penso che i compagni abbiano una grave tara, sono nell'intimo masochisti.
ahahahah....ancora....ma quando la finirete di farvi prendere per il c...lo da sta gente.... avete capito che vi stanno impoverendo alla velocità della luce .... è tutto pianificato da quattro anni....vi ingannano da sempre.... vogliono il controllo totale.... quando il pastore chiama il gregge deve eseguire inchinarsi e stare zitto....capite che se c'è indipendenza monetaria questo non lo possono fare.. per questo vogliono attaccare i risparmi e i beni privati e non solo ...in primis hanno attaccato la nostra salute e la sanità sarà completamente privata...e senza soldi non ci si cura.....e ancora non è entrato in gioco It wallet la fine della libertà personale... .... sveglia..
Veramente è tutto pianificato da almeno un ventennio altro che 4 anni, ma qui c'è gente che ancora crede al Covid quindi di cosa stiamo parlando?
Maurizio, ti pago io lo psichiatra.
ovviamente organizzato da astrazeneca e Company....
pa..gli..a..cci
Ma perché c’era qualcuno che, oltre voi che siete piegati a 90 con la speculazione, fosse davvero convinto di tagli da parte della Fed??? 🤣🤣
gli asini che corrono dietro alla FED e al comizzietto trimestrale di quel cialtrone che la governa
Ma va' e chi l'avrebbe mai detto
La maggior parte degli analisti continuano a parlare di tagli. Il periodo è simile a quando nella Fed c'era Paul Volcker per chi se lo ricorda.
Non imparate mai... è già tardi per tagliare...Ve ne accorgerete presto
dovete crepare tutti...con le vostre giacche e cravatte state portando il mondo alla rovina luride me***r**de
hanno aperto il centro sociale.
il picco del prezzo del petrolio? Era la cosa più prevedibile dopo aver messo le sanzioni alla Russia, sanzioni che come prevedibile si sono ritorte contro la ue
il picco dell'Oil non è ancora raggiunto...vedrai a breve che ridere
S*ro**i che ogni giorno speculano affidando frasi insensate agli yesman di turno. Spariranno definitivamente molto presto
Questi demoni parlano parlano parlano...
Ormai tutto fa brodo. Mezza piena? Mezza vuota? Massì, tanto leggono e commentano tutto.
dovete morire
prima tu.
che banda di improvvisati....braccia tolte all'agricoltura
Chi l'avrebbe mai detto!
che jullari e così farà la nostra
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