Investing.com - I future del greggio salgono negli scambi di questo giovedì mattina, ma i prezzi dovrebbero restare volatili con i mercati degli energetici focalizzati sull’attesissimo vertice dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio.
I ministri del petrolio dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e degli altri principali produttori di greggio si incontreranno a Vienna questa mattina per decidere se estendere l’attuale accordo sul taglio della produzione oltre la scadenza del marzo 2018.
Molti analisti dei mercati prevedono che il cartello estenda i tagli alla produzione per altri nove mesi fino alla fine del prossimo anno, ma i termini finora sono poco chiari dal momento che le indicazioni da parte della Russia in merito al supporto della decisione sono state ambigue.
A novembre dello scorso anno, l’OPEC ed altri 11 produttori non-OPEC, con a capo la Russia, hanno accettato di tagliare la produzione di circa 1,8 milioni di barili al giorno tra il 1° gennaio e il 30 giugno. L’accordo è stato prorogato nel maggio di quest’anno per altri nove mesi, fino al marzo 2018, nel tentativo di ridimensionare le scorte globali in esubero e di supportare il prezzo del greggio.
I future del greggio Brent, il riferimento per il prezzo del greggio al di fuori degli Stati Uniti, salgono di 18 centesimi, o dello 0,3%, a 62,71 dollari al barile alle 3:15 ET (08:15 GMT), dopo essere crollati dell’1,1% nella seduta precedente.
I future del greggio West Texas Intermediate (WTI) vanno su di 17 centesimi, o dello 0,3%, a 57,45 dollari al barile. Ieri hanno chiuso con un crollo dell’1,2%.
Il prezzo del greggio è sceso per la terza seduta consecutiva ieri nell’incertezza per l’esito dell’attesissimo vertice OPEC e tra i segnali di un aumento della produzione USA.
La produzione di greggio statunitense ha segnato un nuovo record di 9,68 milioni di barili al giorno la scorsa settimana, secondo i dati governativi di ieri, il che la porta vicino ai livelli di Russia e Arabia Saudita, i principali produttori.
I timori che l’aumento della produzione statunitense possa minare gli sforzi compiuti dall’OPEC per ridurre le scorte in eccesso stanno impedendo ai prezzi di salire ancora, secondo i trader.
Intanto, i future della benzina sono stabili a 1,736 dollari al gallone, mentre il combustibile da riscaldamento è stabile a 1,924 dollari al gallone.
I future del gas naturale crollano di 7,5 centesimi, o del 2,4%, a 3,104 dollari per milione di BTU, con i trader in attesa dei dati settimanali sulle scorte previsti nel corso della giornata.