Investing.com - Il prezzo del greggio sale questo giovedì, cancellando le perdite precedenti dopo che l’Agenzia Internazionale per l’Energia ha previsto un aumento della domanda globale di greggio il prossimo anno, mettendo però in guardia in merito alle conseguenze delle politiche protezioniste USA.
Il contratto del greggio West Texas Intermediate con consegna a gennaio sale di 49 centesimi, o dello 0,80%, a 61,45 dollari al barile alle 10:00 ET (14:00 GMT), staccandosi dal minimo della seduta di 60,83.
Intanto, il greggio Brent con consegna a maggio sull’ICE Futures Exchange di Londra va su di 42 centesimi, o dello 0,65%, a 65,31 dollari al barile.
Nel report mensile pubblicato questa mattina, l’agenzia ha alzato le previsioni globali sulla domanda per il 2018 di 100.000 barili al giorno a 1,5 milioni di barili al giorno.
L’agenzia nota però che i cambiamenti della politica commerciale potrebbero avere un impatto negativo sulla produzione petrolifera, con un rallentamento che molto probabilmente peserà sui carburanti per il trasporto marittimo e per quello su gomma.
Si sono scatenati nuovamente i timori per una possibile guerra commerciale dopo che Trump ha annunciato l’intenzione di imporre dazi fino a 60 miliardi di dollari di importazioni cinesi, in particolare quelle relative ai settori della tecnologia e delle telecomunicazioni.
I dati seguono di un giorno il report mensile dell’Organizzazione dei Paesi Esportatori di petrolio e della Russia da cui è emerso che i produttori non-OPEC aumenteranno le scorte di circa 1,60 milioni di barili al giorno nel 2018, più degli 1,40 milioni stimati in precedenza.
Tuttavia, l’OPEC aggiunge che i suoi sforzi per ridurre le scorte in esubero continuano a contribuire al riequilibrio dei mercati.
A dicembre l’OPEC ha deciso di tagliare la produzione di 1,8 milioni di barili al giorno fino alla fine del 2018. Il patto sarebbe dovuto scadere nel marzo 2018 ed era già stato prorogato.
Il prezzo del greggio è andato sotto pressione quando ieri la Energy Information Administration ha dichiarato che le scorte statunitensi sono salite di 5,022 milioni di barili nella settimana terminata il 10 marzo, molto più dei 2,023 milioni di barili previsti.
Nel report si legge anche, però, che le scorte di benzina sono scese di 6,271 milioni di barili, contro le aspettative di un calo di 1,176 milioni di barili, mentre le scorte di prodotti raffinati sono diminuite di 4,360 milioni di barili, rispetto alla riduzione stimata di 1,519 milioni.
Intanto, i future della benzina salgono dello 0,50% a 1,931 dollari al gallone, mentre i future del gas naturale scendono dello 0,26% a 2,732 dollari per milione di BTU.