MILANO (Reuters) - Tre decimi di punto in meno quest'anno e un decimo il prossimo: questa l'entità di grandezza della revisione al ribasso del Fondo monetario internazionale sulla proiezione per la crescita italiana nel prossimo biennio.
Rispetto alle previsioni di gennaio l'attesa Fmi relativa al prodotto interno lordo nazionale passa da 1,3% a 1% sul 2016 e da 1,2% a 1,1% sul 2017.
Meglio però confrontare i numeri messi nero su bianco dal 'World Economic Outlook' non tanto con il quadro dipinto tre mesi fa dallo stesso Fondo quanto piuttosto con le cifre ancora fresche di stampa del Def di venerdì sera: 1,2% per quest'anno e 1,4% per il prossimo.
'Too slow for too long' è del resto il titolo del rapporto semestrale dedicato alle condizioni di salute della congiuntura mondiale, con correzioni al ribasso che non risparmiano gli Stati Uniti, il Giappone né l'intera zona euro, dunque la crescita globale nei prossimi due anni.
"La ripresa della zona euro risulta sostanzialmente in linea alle previsioni di gennaio, grazie al rafforzamento della domanda interna che compensa un impulso più debole dal canale estero. Tra i singoli Paesi, la crescita appare inferiore alle attese nel caso dell'Italia, superiore in quello della Spagna" si legge giusto all'inizio del primo capitolo del voluminoso studio Fmi.
Tornando al paragone con il Def, uno scarto di due decimali sul 2016 che diventano tre sul 2017 ha naturalmente logiche ricadute negative sulla finanza pubblica.
L'attesa Fmi sul deficit/Pil si colloca così per quest'anno a 2,7% contro il 2,3% del governo, dopo il 2,6% con cui si è archiviato il 2015.
Più significativa ancora la prospettiva di un rapporto debito/Pil che invece di rientrare continuerebbe ad aumentare: rispetto al 132,6% dell'anno scorso, il Fondo scommette infatti su 133% quest'anno contro il 132,4% nuovo obiettivo ufficiale.
Leggera schiarita per i saldi 2017, con un deficit e un debito che le nuove stime Fmi vedono rispettivamente a 1,6% e 131,7% del Pil.
"Le attese e le proiezioni dello staff Fmi si basano sul 'fiscal plan' del governo presentato con la legge di bilancio 2016. () Dal 2016 in avanti le stime convergono in direzione del pareggio di bilancio previsto dalla 'fiscal rule', prevedendo dunque per i prossimi anni interventi correttivi ancora non identificati" scrive il documento.
Quanto al cosiddetto 'output gap', ovvero lo scarto tra la crescita reale e quella potenziale', dopo il 3,3% del 2015 il Fondo vede una forbice di 2,5% quest'anno e 1,6% il prossimo.
Sullo sfondo, a complicare prospettive già compromesse è un'inflazione che continua a latitare, con attese Fmi per una media di 0,2% quest'anno - contro lo 0,7% stimato a ottobre scorso - e 0,7% il prossimo.
Per chiudere su una nota meno pessimistica, prosegue il previsto miglioramento della piaga disoccupazione. Rispetto al Weo di ottobre il Fondo monetario vede il 2016 chiudersi con una media di 11,4% da 11,9%, seguito da un 10,9% nel 2017.