Investing.com - Il petrolio tenta il recupero e torna sopra i 61 dollari al barile dopo che nel pomeriggio di ieri aveva toccato quota 60,3. A pesare sul prezzo sono state le preoccupazioni circa la produzione americana proveniente dalle principali formazioni di argillite. Secondo quanto comunicato dalla U.S. Energy Information Association, la produzione USA potrebbe aumentare di 131 mila barili al giorno nel mese di aprile e toccare il record di 6,95 milioni di barili giornalieri.
Il recupero è avvenuto anche grazie ai dati di ieri sulle scorte dell’API che hanno visto un aumento dello stock di 1,2 milioni di barili mentre gli analisti se ne aspettavano 1,5. Alle 15.30 verranno rilasciati quelli dell’EIA e l’Opec diffonderà il proprio report mensile sulla situazione attuale e le previsioni circa la domanda futura. Questi appuntamenti potrebbero dare una nuova scossa al prezzo del greggio.
Ad spingere in alto il prezzo del greggio ha contribuito anche l’aumento della produzione industriale annua del 7,2% in Cina nei primi due mesi dell’anno, dato oltre le attese degli analisti
A Piazza Affari i titoli petroliferi stanno risentendo in maniera particolare del calo del prezzo del greggio con Tenaris (MI:TENR) che cede l’1,70%, Saras (MI:SRS) a -1% e Saipem (MI:SPMI) appena dietro con un -0,97%.
Appena positiva Eni (MI:ENI) che guadagna lo 0,41%. L’ad Claudio Descalzi ha appena firmato un accordo che permette al gruppo di entrare negli Emirati Arabi con due concessioni di lungo periodo nell’offshore emiratino per un totale di 875 milioni di dollari. Abu Dhabi otterrà da Eni una quota di minoranza nel maxi giacimento egiziano di Zohr e il 10% del giacimento di gas al largo delle coste dell’Egitto per 934 milioni di dollari.