MILANO (Reuters) - L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha avviato un'istruttoria nei confronti di Eni (BIT:ENI), Esso, Ip, Iplom, Q8, Tamoil e Saras (BIT:SRS) per una presunta intesa restrittiva della concorrenza nella vendita del carburante da autotrazione.
Secondo l'Autorità, che ha ricevuto una segnalazione tramite la propria piattaforma di 'Whistleblowing', i principali operatori petroliferi si sarebbero coordinati nella determinazione del valore della componente bio necessaria per ottemperare agli obblighi previsti dalla normativa in vigore, si legge in una nota.
La legge stabilisce infatti che almeno il 10% del carburante per autotrazione deve essere composto da carburante bio (salva la possibilità di acquistare i Certificati di Immissione in Consumo). Il valore di questa importante componente del prezzo è passato da 20 euro/mc del 2019 a circa 60 euro/mc di oggi e ha un impatto sui prezzi alla pompa di circa 2 miliardi di euro, sottolinea l'Autorità.
L'Agcm contesta alle compagnie contestuali aumenti di prezzo - in gran parte coincidenti - che potrebbero essere stati determinati da scambi di informazioni diretti o indiretti tra le imprese interessate, anche attraverso articoli pubblicati sul quotidiano di settore 'Staffetta Quotidiana'.
Oggi i funzionari dell'Autorità hanno svolto ispezioni nelle principali sedi delle società interessate e di altri soggetti ritenuti in possesso di elementi utili all’istruttoria, tra cui la redazione di 'Staffetta Quotidiana', con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza, conclude la nota.
(Sabina Suzzi, editing Andrea Mandalà)