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Banche italiane, continua ribasso in Borsa su tensioni Btp

Pubblicato 13.06.2022, 16:25
Aggiornato 13.06.2022, 16:27
© Reuters. Una bandiera italiana davanti a Piazza Navona a Roma. REUTERS/Alberto Lingria

di Valentina Za

MILANO (Reuters) - Continua il calo in Borsa dei titoli delle banche italiane con gli investitori preoccupati per l'aumento dei rendimenti sui titoli di Stato in vista del primo rialzo dei tassi della Banca Centrale Europea in oltre un decennio.

I bancari italiani sono legati ai premi di rischio sul debito del Paese, di cui gli istituti di credito restano importanti detentori nonostante gli sforzi fatti negli ultimi anni per diversificare i portafogli e ridurre l'impatto delle oscillazioni dei prezzi.

Le banche sono esposte anche all'economia italiana, dove l'aumento dei costi di finanziamento metterà ulteriormente sotto pressione le imprese e i consumatori, già alle prese con prezzi dell'energia a livelli record.

I rendimenti dei titoli decennali sono saliti appena sopra il 4% oggi, ai massimi da fine dicembre 2013, portando la differenza rispetto ai più sicuri titoli tedeschi a un nuovo massimo di due anni.

I mercati stanno testando la determinazione della Bce a sostenere i Paesi "periferici", tra le aspettative di un rialzo dei tassi a luglio e la fine degli acquisti di asset che hanno portato nelle sue casse un quinto di tutti i titoli di Stato italiani.

L'inversione di rotta ha scatenato il timore di una "frammentazione", in cui le condizioni di finanziamento divergono tra gli Stati membri della zona euro.

La Bce si è impegnata a combattere la frammentazione immotivata, ma non ha annunciato nessuno degli strumenti necessari a tal fine durante la riunione della scorsa settimana.

Alcune fonti hanno riferito a Reuters che la grande maggioranza dei responsabili della politica monetaria della Bce non vede per ora la necessità di annunciare nuovi acquisti per contenere gli spread, dato che i costi di finanziamento rimangono bassi. 

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Alle 16 circa l'indice bancario italiano era in calo del 3,4%, con una perdita di un quarto del valore dall'inizio dell'anno. La maggiore banca italiana, Intesa Sanpaolo (BIT:ISP), è in calo del 4%, mentre UniCredit (BIT:CRDI) scambia in ribasso del 2%.

Bper Banca (BIT:EMII), che venerdì ha presentato un nuovo piano industriale per far fronte all'aumento dei crediti deteriorati e all'inflazione dei costi, è a -4,4%. BPER ha chiuso in calo del 13% venerdì, quando l'indice bancario italiano è sceso dell'8,5%.

Banca Monte dei Paschi di Siena (BIT:BMPS) scivola del 3,2% in vista della nuova procedura della prossima settimana che richiederà alla banca statale di raccogliere almeno 2,5 miliardi di euro di capitale.

L'aumento dei rendimenti sui titoli di Stato gonfia i costi per le banche che raccolgono liquidità sui mercati del debito e azionari.

Gli utili delle banche italiane sono stati penalizzati per anni dagli accantonamenti che hanno dovuto effettuare per smaltire le sofferenze.

Inoltre, le banche sono direttamente esposte al calo dei prezzi dei bond attraverso le loro partecipazioni in titoli governativi, anche se dalla crisi della zona euro del 2011-2012 hanno adottato misure per limitare l'impatto sul capitale. 

Gli analisti di JPMorgan stimano che i Btp detenuti dalle prime cinque banche italiane rappresentano 1,5 volte il loro capitale core, in calo rispetto alle 2,6 volte di cinque anni fa.

Inoltre, la percentuale di bond fair value - che richiede alle banche di valutare gli asset tenendo conto dei fattori di mercato, incidendo sulle riserve di capitale - è inferiore al 42% del totale, rispetto all'85% del 2017.

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Per proteggersi dalle oscillazioni dei prezzi, le banche possono detenere tali titoli fino alla scadenza.

"Sia le banche spagnole che quelle italiane sono nettamente migliorate... la loro posizione complessiva in termini di capitale, qualità degli asset e liquidità, e la redditività ha un'elevata propensione all'aumento dei tassi", hanno detto gli analisti di Citi in una nota.

"Qualsiasi potenziale annuncio della Bce per limitare/controllare i rendimenti dei titoli di Stato nelle regioni periferiche sarebbe positivo per i titoli bancari, ma potrebbe non concretizzarsi molto rapidamente", hanno aggiunto.

(Tradotto da Alice Schillaci, editing Stefano Bernabei)

Ultimi commenti

senza la guerra e le sanzioni, il prezzo delle materie prime sarebbe ancora troppo basso, quindi niente inflazione, il resto sono solo chiacchere.
Gli unici responsabili sono le autorita’ monetarie: BCE per l’Europa, Fed per USA … con i loro programmi pluriennali di quantiative easing con creazione di moneta… ed ecco come per magia comparire l’inflazione! … Macroeconomia 1 e 2 …lo sanno gli studenti al secondo anno e i plurimaster esecutivi della politica economica no? Valutare gli effettie i danni prima di parlare a vanvera a Putin ? La bestie sono piu’ pratiche ….
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