Di Alessandro Albano
Investing.com - La possibile chiusura del deal tra Credit Suisse (NYSE:CS) e UBS (NYSE:UBS) non ha calmato le preoccupazioni sul comparto bancario dopo il warning arrivato dall'istituto tedesco, Deutsche Pfandbriefbank (ETR:PBBG) che ha deciso di non richiamare il proprio bond AT1 da 300 milioni di euro.
Fatto, questo, dovuto alle "condizioni di mercato" e "ai costi economici, come spiegato da DP, ma che sta minando la fiducia del mercato circa la capacità del settore di ripagare il debito subordinato, svalutatosi fortemente dopo l'azzeramento dei 16 miliardi di AT1 di Credit Suisse, come si può vedere anche dall'impennata dei CDS sulle banche europee.
A Milano, UniCredit (BIT:CRDI), Monte dei Paschi (BIT:BMPS) e Bpm (BIT:BAMI) cedono il 4%, mentre Intesa Sanpaolo (BIT:ISP) perde il 3%. Sul FTSE MIB si salvano solo i titoli legati alla Sanità, come Recordati (BIT:RECI) e DiaSorin (BIT:DIAS)
Vendite diffuse anche in Europa, dove lo Stoxx 600 Banks arretra del 3%. Particolarmente pesanti i ribassi in Germania, con Deutsche Bank (ETR:DBKGn) in calo dell'8% e Commerzbank (ETR:CBKG) al -5%.
A Londra, Barclays (LON:BARC) e HSBC Holdings (LON:HSBA) perdono il 3,8% e il 3%, mentre a Parigi BNP Paribas (EPA:BNPP) e Credit Agricole (EPA:CAGR) segnano ribassi di circa il 3% ciascuno.
Il contesto generale dei mercati nel 2023 è caratterizzato da una "volatilità protagonista, con oscillazioni medie giornaliera (intese come variazioni dai massimi ai minimi di giornata) che registrano decisi incrementi in questo mese di marzo, posizionandosi alle spalle delle sole principali crisi del secolo. Segno di una decisa incertezza degli investitori, nonostante una performance da inizio anno positiva", scrive Gabriele Debach, analista di eToro, su Investing.com.
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