FRANCOFORTE (Reuters) - Le banche italiane hanno fatto pochi passi avanti nel percorso di riduzione dei crediti deteriorati, che costituiscono un freno nella concessione di nuovo credito.
E' quanto mette in evidenza la statistica trimestrale diffusa oggi dalla Banca centrale europea, secondo la quale i quattordici principali istituti italiani avevano in portafoglio 284,4 miliardi di crediti non-performing alla fine di settembre, appena 1,6 miliardi in meno rispetto a tre mesi prima, per quanto siano aumentati gli accantonamenti.
Si tratta dello stock di crediti deteriorati più alto al'interno dell'unione monetaria e corrisponde a un prestito su dieci in Italia e circa un terzo dei crediti problematici in pancia alle 122 banche della zona euro supervisionate dalla Bce.
Nell'intera zona euro i crediti deteriorati ammontavano a circa 1.000 miliardi a fine settembre.