MILANO, 30 aprile - Piazza Affari si muove in cauto ribasso in uno scenario europeo comunque cedente. A prevalere sono le prese di profitto dopo tre sedute positive consecutive, che hanno fatto salire l'indice Ftse Mib del 7%. La settimana termina oggi perché domani i mercati sono chiusi per la festività del Primo maggio.
Riflettori puntati sul board Bce odierno dopo che la Fed ha lasciato ieri sera, come atteso, i tassi invariati vicino allo zero, ribadendo di essere pronta ad agire con ogni mezzo per limitare gli effetti di una crisi che pone "considerevoli rischi" non solo nel breve ma anche nel medio termine.
Dall'Eurotower potrebbe arrivare un ampliamento degli acquisti di commercial paper, ma soprattutto un incremento dell'envelope del Pepp di altri 500 miliardi dagli attuali 750.
Lo scenario è comunque fosco: a causa dell'emergenza da Covid-19 il Pil italano è sceso del 4,8% su base annua, leggermente meglio delle attese (-5,1%), la contrazione peggiore dall'inizio della serie Istat nel 1995.
"C'è ancora voglia di guadagnare sui mercati, ma il tema per fare salire le borse è legato alla scoperta di un possibile vaccino per sconfiggere l'epidemia. Comunque, dopo tre sedute al galoppo oggi si tira il fiato in vista del ponte", osserva un trader.
Ieri Wal Street e le borse asiatiche sono salite sugli incoraggianti risultati del farmaco antivirale sperimentale di Gilead Sciences, che ha raggiunto l'obiettivo principale di uno studio su pazienti con Covid-19.
Sul fronte delle materie prime prosegue il rally del prezzo del petrolio con il Brent che balza del 12% circa, riportandosi sopra 25 i dollari al barile.
Quanto al rendimento dei titoli decennali italiani e tedeschi, si allarga leggermente la forbice in area 232 punti base.
Il balzo del prezzo della materia prima sta sostenendo i titoli del settore oil, particolarmente colpiti di recente dai nuovi minimi pluriennali toccati dal Brent: a parte ENI (MI:ENI) piatta, SAIPEM (MI:SPMI) sale del 2,6%. Dopo i risultati del primo trimestre con una perdita operativa di 510 milioni di dollari, causata anche da una svalutazione di 622 milioni di dollari sul valore contabile dell'avviamento e altre attività negli Stati Uniti, TENARIS (MI:TENR) si muove in rialzo del 4,5%, beneficiando della generale ripresa del comparto. Il broker Equota rileva che "i risultati del trimestre sono sostanzialmente in linea (al netto delle svalutazioni), ma l'outlook sul secondo trimestre è molto debole e inferiore alle attese".
Non si placa il rialzo sul comparto del risparmio gestito, partito sulla scia delle indiscrezioni, poi smentite, di un interesse di Amundi per Anima Holding (MI:ANIM), titolo raccolto anche oggi con un rialzo del 2,45%, mentre si appiattiscono Azimut (MI:AZMT) e Banca Generali (MI:GASI) doo alcune sedute in netta crescita.
Arretra il settore bancario, nonostante il mancato effetto downgrade di Fitch sullo spread: Unicredit (MI:CRDI) cede il 2,2% e Intesa (MI:ISP) Sp l'1,6%.
Piuttosto volatile Atlantia (MI:ATL). Il titolo è partito forte per poi arretrare, sulla scia dei dati sul traffico autostradale in gestione in Italia, calato del 77% la scorsa settimana rispetto allo stesso periodo del 2019, ma in leggero recupero se confrontato con il -79,7% registrato nella settimana precedente a causa dello stop indotto dall'emergenza Covid-19. Il broker Fidentis rileva che si tratta di una notizia positiva "perché nonostante il lockdown, la scorsa settimana, il traffico autostradale ha mostrato i primi segnali di un ripresa in tutti e tre i principali Paesi dove Atlantia è presente, Italia, Francia e Spagna".
Fra gli industriali bene Fca (MI:FCHA), in crescita del 2,2% e Pirelli (MI:PIRC) (+5,2%). Realizzi, invece, su Fincantieri (MI:FCT) in flessione del 4%, ma il titolo viene da 10 sedute postive consecutive in cui ha guadagnato il 31% circa.
Discorso simile per Diasorin (MI:DIAS) che cede il 4,75% dopo la galoppata delle ultime sedute legata agli sviluppi dei test sierologici per la ricerca di anticorpi IgG del virus Sars Cov-2 e il via con i primi test in Lombardia. Il titolo ha toccato un massimo storico a 171,5 euro euro lo scorso 23 aprile, cedendo il 10% circa da quel picco a valori correnti.
Fra i minori, svetta Tiscali (MI:TIS) con un balzo del 6,8%.
(Giancarlo Navach, in redazione a Milano Gianluca Semeraro)