Investing.com – Mercati europei in verde nella giornata post firma “storica” dell’accordo di Fase 1 tra Stati Uniti e Cina.
Il Ftse Mib resta l’indice migliore in Europa tra i principali, guadagnando oltre lo 0,60%, seguito dall’Ibex 35, il Dax e il Cac 40, mentre resta intorno alla parità il Ftse 100.
Ieri la firma della ‘tregua’ nella guerra commerciale tra USA e Cina aveva mandato in orbita Wall Street, trascinata dal Dow Jones che per la prima volta ha superato quota 29 mila punti. Tori scatenati anche sullo S&P 500, al suo secondo record massimo.
"Mentre i mercati sembrano accogliere questo accordo come un segnale di risk-on, dobbiamo ricordare che i titoli dei media sul commercio, in particolar modo quello tra Usa e Cina, saranno un elemento caratterizzante del 2020", ha commentato Hannah Anderson, Global Markets Strategist di J.P. Morgan Asset Management a Hong Kong.
Un accordo “storico”
Ieri Trump ha definito “storico” l’accordo tra i due giganti mondiali e ha annunciato un suo viaggio in Cina per trattare la Fase 2.
"Insieme, stiamo correggendo gli errori del passato e stiamo realizzando un futuro di giustizia e sicurezza economica per i lavoratori, gli agricoltori e le famiglie americane", erano le parole di Trump.
“La Cina ha assunto impegni sostanziali e vincolanti”, spiegava Trump in diretta mondiale, “per quanto riguarda la protezione delle idee, dei segreti commerciali, dei brevetti e dei marchi americani”.
Ottimismo del Presidente che emerge anche quando racconta come si è arrivati all’accordo. “La maggior parte non sapeva che ci stessimo occupando di tutto questo”, aggiungeva Trump, “abbiamo discusso molto, siamo solo alla ‘Fase 1’ di un accordo più complesso, ma già abbiamo fatto molto di più di quanto si credeva fosse possibile”.
Nel dettaglio, l’accordo prevede la garanzia da parte degli Stati Uniti di non aumentare i dazi su 162 miliardi di dollari di esportazioni cinesi e che dimezzeranno quelli al 15% su altri 120 miliardi di prodotto.
La Cina, invece, si è impegnata ad acquistare più prodotti americani per un ammontare di 200 miliardi di dollari in due anni, ma se il gigante asiatico non dovesse mantenere le promesse entro 90 giorni, gli Stati Uniti hanno minacciato l’introduzione di nuovi dazi.