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BREAKINGVIEWS - Enel, star della transizione verde dell'Italia, ha una nuova incerta direzione

Pubblicato 13.04.2023, 14:31
© Reuters. Il logo Enel davanti a miniature di tralicci. REUTERS/Dado Ruvic

(Gli autori sono opinionisti Reuters Breakingviews. Le opinioni espresse sono le loro opinioni personali)

LONDRA (Reuters Breakingviews) - Nel 2021, Enel (BIT:ENEI) aveva il mondo ai suoi piedi. Grazie alle prime scommesse sull'eolico e sul solare di Francesco Starace, amministratore delegato dal 2014, l'utility italiana valeva 105 miliardi di dollari e sembrava in corsa per diventare uno dei vincitori della transizione energetica.

Due anni dopo, Starace è stato sostituito dal governo, che controlla il 24% di Enel, il debito netto del gruppo è aumentato a causa dei problemi legati alla crisi energetica e il valore è sceso a 65 miliardi di dollari.

È comunque possibile che il calo che sta avendo Enel a Piazza Affari, dove il gruppo oggi ha registrato una flessione fino al 4%, sia una reazione eccessiva.

Enel rimane il più grande operatore privato di energia rinnovabile al mondo e il suo obiettivo di 75 gigawatt di capacità di energia verde entro il 2025 è di molto superiore agli obiettivi dichiarati dagli ultimi arrivati al tavolo delle energie verdi come BP (LON:BP).

E anche se Starace è stato sostituito da Flavio Cattaneo, attualmente alla guida di Italo-NTV, con l'ex Ad di Eni (BIT:ENI) Paolo Scaroni alla presidenza, si tratta di due dirigenti esperti che probabilmente porteranno avanti un piano di riduzione del debito attraverso la vendita di attività non strategiche.

Tuttavia, Enel potrebbe comunque trovarsi di fronte ad un bivio. Se Giorgia Meloni intende veramente trasformare l'Italia in un hub del gas, la più grande utility del paese potrebbe concentrarsi più su questo obiettivo che su quello di competere con altre stelle del settore verde come la spagnola Iberdrola (BME:IBE), per progetti sulle rinnovabili in tutto il mondo. Dato il background di Scaroni, potrebbe persino sembrare una buona idea combinare Enel ed Eni per creare un gigante nazionale focalizzato sull'interno piuttosto che stella globale a zero emissioni. Questo potrebbe rendere Enel meno attraente per gli investitori internazionali rispetto al passato. 

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(George Hay e Pamela Barbaglia, tradotto da Luca Fratangelo, editing Stefano Bernabei)

Ultimi commenti

Mettere assieme enel e eni e’ come pensare di ridurre presidenti ad e cda. Mi sembra moooolto problematico
Mi pare un po di parte questo giudizio anche perché il boi..ardo di stato tende sempre a rienpirsi le tasche!
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