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BREAKINGVIEWS - L'ultima impresa finanziaria del magnate dei Ray-Ban

Pubblicato 19.06.2020, 16:14
© Reuters. Il logo di Mediobanca presso la sede di Mediobanca a Milano
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di Lisa Jucca

MILANO (Reuters Breakingviews) - Il colpo tardivo sferrato da Leonardo Del Vecchio al cuore della finanza italiana aggiunge un capitolo intrigante alla lunga carriera dell'imprenditore miliardario. Dopo essere diventato l'anno scorso il maggiore investitore in Mediobanca (MI:MDBI), l'irrequieto 85enne magnate dei Ray-Ban punta ora a raddoppiare la sua partecipazione del 10%. Questo potrebbe spianare la strada per il controllo di Generali (MI:GASI), che oggi vale 22 miliardi di euro. Gli obiettivi di Del Vecchio rimangono però un enigma.

Con i corsi azionari depressi dalla pandemia, l'acquisto di un ulteriore 10% di Mediobanca costerebbe al secondo uomo più ricco d'Italia circa 640 milioni di euro, oltre ai quasi 900 milioni di euro che avrebbe già vincolato nella banca d'investimento più nota d'Italia. La spesa è gestibile visto il patrimonio netto di Del Vecchio, che Forbes stima a 18 miliardi di euro. Il suo curriculum di successo dovrebbe anche garantire l'ok della Banca Centrale Europea all'acquisto di ulteriori azioni. La prospettiva è allarmante per Alberto Nagel, AD di lungo corso di Mediobanca che si è guadagnato il rispetto degli investitori diversificando l'attività della banca e raddoppiando i ricavi. Del Vecchio ha criticato la strategia di Nagel lo scorso ottobre, affermando che i profitti di Mediobanca dipendono ancora troppo dai dividendi delle Generali. Le relazioni personali sono tese: i due dirigenti si sono scontrati sul finanziamento di un progetto ospedaliero milanese del 2018. Una partecipazione del 20% in Mediobanca consentirebbe a Del Vecchio di proporre una propria lista di candidati al Consiglio di Amministrazione o bloccare decisioni nelle assemblee straordinarie degli azionisti. Il magnate ha fatto capire che non ha intenzione di avviare alcun cambiamento nel Cda. Tuttavia, è difficile immaginare che un tale self-made man con la passione per l'M&A rimanga un semplice spettatore. Del Vecchio, che ha trascorso parte della sua infanzia presso l'orfanatrofio milanese dei Martinitt, ha costruito il suo impero attraverso dozzine di acquisizioni, compresi quelli della catena LensCrafters e del produttore di occhiali da sole Oakley. "Ha sempre cercato grandi acquisizioni", dice un alto dirigente italiano.

Sono passati due anni da quando Del Vecchio ha fuso Luxottica (MI:LUX) con Essilor, il produttore delle lenti Varilux, per creare un gigante da 51 miliardi di euro. Poco dopo, la società ha lanciato un'offerta di 7 miliardi di euro per il rivenditore GrandVision, operazione che ora è sotto indagine da parte della Commissione Europea. L'ascesa è stata turbolenta: Del Vecchio ha perso per strada diversi AD italiani. Come presidente esecutivo e azionista al 32% di EssilorLuxottica si è scontrato apertamente con i dirigenti francesi della società.

AMBIZIONI FINANZIARIE

Una delle spiegazioni dell'interesse di Del Vecchio per Mediobanca è che ha intravisto un tornaconto finanziario. Ha suggerito alla banca di espandersi nell'investment banking e nella gestione dei patrimoni con l'M&A. Ma il suo obiettivo principale è probabilmente Generali. L'incrocio azionario tra i due istituti finanziari implica che un investimento di 1,5 miliardi di euro in Mediobanca potrebbe dargli il controllo effettivo della partecipazione del 13% della banca nella compagnia assicurativa, che vale circa il doppio sul mercato. Se si aggiunge la partecipazione del 5% di del Vecchio in Generali, e le azioni detenute dal suo alleato Francesco Gaetano Caltagirone, Del Vecchio avrebbe il controllo del 23% della società triestina.

Secondo alcune fonti vicine a Del Vecchio, il magnate vorrebbe che Generali si espandesse in Europa, anche se le sue dimensioni ridotte potrebbero piuttosto farne un obiettivo. La capitalizzazione di mercato dell'assicuratore si è più che dimezzato dal 2008, quando Del Vecchio ha investito per la prima volta nella società, sottoperformando rispetto alla rivale francese Axa. Zurich, gestita dall'ex amministratore delegato di Generali, Mario Greco, è due volte più grande. Vendere la società a uno di questi rivali potrebbe offrire buoni rendimenti, ma incontrerebbe la resistenza del governo italiano. I pretendenti potrebbero inoltre esitare di fronte al portafoglio di 60 miliardi di euro di BTP in pancia a Generali.

Un'alternativa è quella di recidere il legame tra Mediobanca e Generali, spingendo la prima a scaricare la quota nella società triestina. Un'opzione è quella di scambiare la partecipazione con un altro asset, per esempio Banca Generali, il gestore patrimoniale italiano da 3 miliardi di euro che è posseduto per poco più del 50% dalle stesse Generali. È possibile che gli obiettivi di Del Vecchio siano meno dirompenti. Forse sta semplicemente cercando di diversificare il suo patrimonio, per renderlo meno dipendente dalla società che ha fatto la sua fortuna. L'influenza su Mediobanca porterebbe inoltre prestigio ad un imprenditore che è stato a lungo un outsider nella storia del capitalismo italiano.

© Reuters. Il logo di Mediobanca presso la sede di Mediobanca a Milano

Per cinque decenni la banca d'investimento ha svolto il ruolo di intermediario di potere attraverso un sistema di partecipazioni incrociate promosso dal fondatore Enrico Cuccia. Chiunque sedesse nel suo salotto buono riusciva ad esercitare un'influeza spropositata sul capitalismo italiano. Generali è tutto ciò che resta di quella rete di controllo. Ma anche così, una quota in Mediobanca rappresenterebbe una tassello fondamentale nell'impero aziendale che Del Vecchio lascerà in eredità ai suoi sei figli.

Questa prospettiva è una delle cose che più preoccupa gli azionisti. Il magnate degli occhiali non ha ancora individuato un chiaro successore. Il figlio venticinquenne, Leonardo Maria, è il favorito, ma probabilmente ancora troppo giovane per prendere le redini. L'amministratore delegato di Luxottica Francesco Milleri, fidato braccio destro di Del Vecchio, è poco conosciuto dagli investitori.

Anche al crepuscolo di una lunga carriera, Del Vecchio continua a nutrire grandi ambizioni finanziarie. Ma la mancanza di chiarezza sui suoi piani a lungo termine terrà inevitabilmente gli investitori con il fiato sospeso.

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