Investing.com - Nel pieno caos in cui versa Banca Carige (MI:CRGI), arrivano dubbi sulla gestione dell’istituto. Secondo fonti di Business Insider, infatti, i costi delle consulenze affidate a Ubs risulterebbero “molto elevati”, peggiorando la già complicata situazione finanziaria in cui versa l’istituto genovese.
Dubbi sugli eccessivi costi delle consulenze sarebbero già stati sollevati in passato da alcuni consiglieri che avevano deciso di rassegnare le dimissioni, quando alla guida di Carige c’era Paolo Fiorentino, dimissioni che anche all'epoca portarono alla decadenza del cda.
Inoltre, continua Business Insider, ci sarebbero sospetti di un conflitto di interesse tra Carige e l’istituto svizzero. L’amministratore delegato Fabio Innocenti, infatti, proverebbe proprio da Ubs ricoprendo l’incarico di “responsabile del mercato italiano” (market head Italy). Innocenzi era entrato nel cda lo scorso settembre in quanto parte della lista presentata dalla famiglia Malacalza, storica cliente di Ubs.
Nel frattempo, la Consob ha prolungato la sospensione delle negoziazioni dei titoli Banca Carige fino all’entrata in vigore del commissariamento deciso dalla Bce.
Del destino della banca si sta occupando il Governo, con il Premier Giuseppe Conte che sta “seguendo la vicenda”, secondo quanto comunicato in una nota da Palazzo Chigi in cui si definiva l’attenzione “segno tangibile e migliore garanzia per proseguire e completare il consolidamento patrimoniale e il rafforzamento imprenditoriale di un’azienda bancaria alutata, dal medesimo Governo, quale essenziale strumento per realizzare il rilancio dell'intero sistema economico-sociale ligure".
Proprio Conte, insieme al Ministro Giovanni Tria, avevano incontrato la famiglia Malacalza e i vertici della banca prima di Capodanno. Conte e Tria erano usciti dall’incontro con un piano che prevedeva l’aumento di capitale e ricevendo assicurazioni dai Malacalza sul suo voto a favore sull’operazione, patto poi non rispettato dalla famiglia princpale azionista della banca.
In quell’occasione, Conte aveva affermato di “non volere un’altra crisi bancaria”, per poi minacciare di “non mettere un euro pubblico nelle banche”. Con i fatti che hanno preso una direzione differente, ora si attendono le eventuali nuove mosse del Governo.